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Berlusconi: "Contro di me calunnie"

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Caso Noemi I protagonisti

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L’uscita della Santanché. L’uomo nella scorta da 7 anni. Chi lo conosce lo descrive "serio e ri­servato".

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2008-06-04

a seguito dell'inchiesta berlusconi e' indagato per abuso d'ufficio

Voli di stato: la procura di Roma accerterà l'identità degli ospiti del premier

Verrà anche verificata l'esistenza di autorizzazione dei piani di volo e da chi fu dato il via libera

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Voli di Stato, Berlusconi indagato (3 giugno 2009)

Silvio Berlusconi (LaPresse)

Silvio Berlusconi (LaPresse)

ROMA - La procura di Roma è intenzionata a chiedere al Tribunale dei ministri indagini mirate su diversi aspetti della vicenda dei cosiddetti voli di Stato che hanno determinato, come atto dovuto vista la denuncia del Codacons, l'iscrizione del presidente del consiglio Silvio Berlusconi nel registro degli indagati per l'ipotesi di reato di abuso d'ufficio. Un'accusa seccamente respinta dal premier.

ACCERTAMENTI - Gli accertamenti, che sembra saranno sollecitati, secondo indiscrezioni trapelate, riguarderanno l'identificazione delle persone ospiti del premier che si trovavano a bordo dei voli diretti in Sardegna. Inoltre verrà verificata l'esistenza di autorizzazione dei piani di volo e da chi fu dato il via libera. Secondo quanto si è appreso a piazzale Clodio, il fascicolo è ancora sul tavolo del procuratore Giovanni Ferrara in attesa di essere inviato, per competenza, al collegio titolare dei procedimenti in cui siano coinvolti esponenti del governo nell'esercizio delle loro funzioni. Gli inquirenti non hanno infatti ancora terminato di esaminare le centinaia di foto scattate da Antonello Zappadu. Terminata questa attività il fascicolo sarà trasmesso ai colleghi del tribunale dei ministri.

PRODI - Intanto sulla vicenda è intervenuto anche l'ex presidente del Consiglio Romano Prodi. "La legge del principe è diversa da quella del popolo" ha detto Prodi a Radio Capital. L'ex presidente del Consiglio ricorda la sua scelta di ridurre i voli di Stato: "Hanno cambiato la legge non so come, non so perchè - spiega Prodi - so però che i voli di stato sono molto aumentati nonostante questo governo sia più sottile del nostro". Sull'indagine avviata dalla procura di Roma Prodi aggiunge: "se c'è stato un uso improprio dei mezzi di Stato vuol dire che la legge del Principe è diversa da quella del Popolo. Sará la magistratura a fare chiarezza".

04 giugno 2009

 

 

 

 

Il procuratore ha esaminato le foto degli ospiti del premier arrivati in Sardegna

Voli di Stato, Berlusconi indagato

La procura di Roma ha iscritto il premier nel registro degli indagati per abuso d'ufficio

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Gli "scatti" delle feste in Sardegna di F. Sarzanini

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Aerei blu, corsi e ricorsi dei privilegi di S.Rizzo e A.Stella

Una ballerina di flamenco all’arrivo a Olbia il 24 maggio 2008 a bordo dall’aereo presidenziale

Una ballerina di flamenco all’arrivo a Olbia il 24 maggio 2008 a bordo dall’aereo presidenziale

ROMA - Il nome del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sui voli di Stato. Si tratta, sottolineano fonti giudiziarie, di un atto dovuto al quale, rilevano, potrebbe seguire una rapida archiviazione. L'inchiesta è stata avviata dopo la denuncia presentata dal Codacons sul trasferimento in Sardegna di ospiti del premier su velivoli dell'Aeronautica militare. L'ipotesi di reato è quella di abuso d'ufficio. Gli atti saranno trasmessi al Tribunale dei Ministri nei prossimi giorni. Fonti giudiziarie fanno peraltro rilevare che, come già detto, da un primo esame dell'esposto, si potrebbe profilare una rapida archiviazione dell'indagine. L'inchiesta, in definitiva, potrebbe seguire lo stesso percorso di quelle che, per fatti analoghi, hanno riguardato in passato gli ex ministri Francesco Rutelli e Clemente Mastella.

INDAGINE - La procura indagava già da qualche giorno sull'ipotesi di abuso d'ufficio per l'utilizzo di velivoli dell'Aeronautica militare su cui avrebbero viaggiato ospiti del presidente del Consiglio - tra i quali il cantante Mariano Apicella e una ballerina di flamenco - invitati a una festa, il 24 maggio 2008, organizzata a Villa Certosa in Sardegna. La trasmissione del fascicolo al Tribunale dei Ministri, competente nella valutazione degli atti e a cui sarà demandata la fase istruttoria dell'indagine, comporta obbligatoriamente l'iscrizione sul registro degli indagati.

ESPOSTO DEL CODACONS - L'inchiesta sui voli di Stato è nata da un esposto del Codacons contenente l'appello fatto al Consiglio di Stato contro il provvedimento con il quale il Tar ha negato la sospensione della direttiva del governo Berlusconi sull'ampliamento dell'utilizzo dei voli di Stato anche a persone che accompagnino cariche istituzionali.

LE FOTO VISIONATE DAL PROCURATORE - Il procuratore di Roma ha visionato diverse foto scattate all'aeroporto in Sardegna, in occasione dell'arrivo di ospiti del premier, prima di decidere. Tra le foto prese in visione ci sono quelle sequestrate sabato scorso al fotografo Antonello Zappadu su ordine della stessa procura di Roma perché ritenute una violazione della privacy.

"SONO TRANQUILLO" - Ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, Silvio Berlusconi aveva detto in precedenza di non essere a conoscenza della possibile apertura di un fascicolo. "Sono nella tranquillità più assoluta. È stata seguita la regolamentazione" aveva anche spiegato il premier a riguardo, definendo altresì "meschino un attacco del genere".

 

03 giugno 2009(ultima modifica: 04 giugno 2009)

 

 

 

 

Il lodo Alfano in questo caso non scatterebbe

L’abuso di ufficio avviene nell’esercizio delle funzioni, dunque risulta escluso dalla norma

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Voli di Stato, Berlusconi indagato (3 giugno 2009)

ROMA — L’inchiesta è appena agli inizi, ma già i dubbi si rincorro­no sull’eventuale processo a carico di Silvio Berlusconi: il "lodo Alfano" lo salverebbe dall’imputazione di abuso d’ufficio per i voli di Stato sui quali viaggiavano i suoi ospiti? A pri­ma vista sembrerebbe di no, giacché la legge "salva-premier" — approva­ta l’estate scorsa in tutta fretta per fermare il processo Mills, senza il tempo di procedere a modifiche co­stituzionali — avverte alla prima ri­ga che le nuove disposizioni si appli­cano "salvi i casi previsti dall’artico­lo 96 della Costituzione". Articolo nel quale è scritto che "il presidente del Consiglio e i ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Ca­mera dei deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale".

Nessun riferimento a sospensioni, né qui né nella legge costituzionale a cui si rimanda. L’incipit del "lodo Al­fano " precisa che dalle nuove norme resta escluso quanto stabilito dalla Costituzione per i reati "commessi nell’esercizio delle funzioni"; e che l’abuso d’ufficio per l’utilizzo impro­prio dei voli di Stato sia collegato al­l’esercizio delle funzioni appare evi­dente. Tuttavia è prevedibile che, qualora il tribunale dei ministri do­vesse esprimersi (tra chissà quanto tempo) per un rinvio a giudizio del capo del governo, qualcuno potreb­be chiedere di sospendere comun­que l’eventuale processo, proprio in virtù della legge salva-premier. Ma si tratta di una questione di là da ve­nire, se mai verrà. Più attuale è l’ap­plicazione del "lodo" all’inchiesta che di fatto s’è aperta con la decisio­ne di inviare gli atti sull’indagato Ber­lusconi all’apposito collegio compe­tente per i reati ministeriali.

Anche in questo caso, una prima lettura della legge dimostrerebbe che l’indagine si può fare, senza biso­gno di interrompere alcunché, alme­no fino all’ipotetica richiesta di rin­vio a giudizio. La norma che porta il nome del ministro della Giustizia, in­fatti, prevede la sospensione dei "processi penali" contro le prime quattro cariche dello Stato fino alla cessazione delle loro funzioni. "Pro­cesso ", nell’interpretazione della maggior parte dei giuristi, è quello che si svolge in aula, davanti al giudi­ce; la fase delle indagini preliminari è chiamata, dai tecnici e in altri arti­coli del codice, "procedimento"; pa­rola che non compare nel "lodo Alfa­no ". Ma la questione è ugualmente dibattuta, tanto che tra i quesiti già sottoposti alla Corte costituzionale c’è pure quello sulla possibilità di svolgere l’inchiesta; la risposta do­vrebbe arrivare subito dopo l’estate.

Per adesso, insomma, c’è solo la decisione della Procura di procedere con l’indagine a carico di Berlusconi e inviare il fascicolo al tribunale dei ministri. Arrivata dopo il sequestro (richiesto dall’avvocato dello stesso Berlusconi) delle fotografie scattate dal reporter appostato all’aeroporto di Olbia e intorno a Villa Certosa; pro­prio da quelle immagini è saltato fuo­ri l’ipotetico abuso d’ufficio per i pas­saggi forse indebiti concessi da Ber­lusconi ai suoi ospiti in Sardegna. Vi­sionati i primi scatti, comparsi an­che su alcuni giornali, la Procura ha avviato l’indagine di sua iniziativa; fosse già in vigore la norma propo­sta dal ministro Alfano che impone ai pubblici ministeri di aspettare le comunicazioni della polizia giudizia­ria o le denunce sottoscritte con no­mi e cognomi, non avrebbe potuto fare nemmeno questo.

Giovanni Bianconi

04 giugno 2009

 

 

 

 

 

Venezia, motoscafi e aerei di Stato, nuovo esposto

Codacons in Procura a Venezia, nuovo attacco alla "casta"

Venezia, motoscafi e aerei di Stato, nuovo esposto(Vision)

Venezia, motoscafi e aerei di Stato, nuovo esposto

(Vision)

VENEZIA — "Atterra" an­che a Venezia l’inchiesta sul presunto uso improprio dei voli e dei mezzi dello Stato aperta dalla Procura di Ro­ma sulla base dell’esposto presentato dal Codacons. L’associazione dei consuma­tori è entrata in possesso di un dossier della Guardia di finanza che elenca, giorno per giorno, tutti i soggetti dal luglio 2001 all’ottobre 2007 registrati a bordo di ae­rei, elicotteri, motoscafi e guardacoste delle Fiamme Gialle. Da tale informativa emerge che su 256 sposta­menti di ministri, sottose­gretari e parlamentari, 49 sono avvenuti in Veneto: 45 in territorio veneziano, due a Vicenza, uno a Verona e uno a Belluno.

Ieri il Codacons ha spedi­to un telegramma alla Pro­cura di Venezia per chieder­le di accertare eventuali rea­ti di peculato e abuso d’uffi­cio, legati all’uso eccessivo di mezzi dello Stato, quindi causa di spreco di denaro pubblico. "Per quanto ri­guarda il Veneto, si parla principalmente di sposta­menti avvenuti in motosca­fo all’interno del centro sto­rico di Venezia o dall’aero­porto Marco Polo di Tesse­ra al centro — spiega il pre­sidente del Codacons, Carlo Rienzi —. I maggiori fruito­ri dei mezzi della Guardia di finanza in tale area sono stati i ministri dell’Econo­mia che si sono succeduti nei sette anni esaminati, cioè Giulio Tremonti, Anto­nio Marzano, Vincenzo Vi­sco e Tommaso Padoa Schioppa, oltre agli ex sotto­segretari ai Beni culturali Nicola Bono e Danielle Gat­tegno Mazzonis, tutti ac­compagnati dalla rispettiva scorta. Chiediamo alla Pro­cura di Venezia di aprire un’inchiesta sull’utilizzo di questi mezzi sul territorio di competenza — prosegue Rienzi — per capire non so­lo chi vi abbia viaggiato, ma soprattutto i motivi che hanno determinato un uti­lizzo così massiccio dei mo­toscafi della Finanza. Han­no un costo notevole, che pesa sulla collettività, ri­spetto al vaporetto che mi­nistri, sottosegretari e ono­revoli vari avrebbero potu­to prendere per gli sposta­menti in città".

Nel report si legge per esempio che, dal primo gen­naio al 13 ottobre 2007, per 19 volte il motoscafo delle Fiamme gialle ha fatto la spola Venezia aeroporto-Ve­nezia centro storico ma an­che solo Venezia centro sto­rico- Venezia centro storico per accompagnare (dodici spostamenti) l’allora mini­stro dell’Economia Tomma­so Padoa Schioppa e scorta, l’ex viceministro all’Econo­mia Vincenzo Visco e scorta (quattro passaggi), il sotto­segretario al Lavoro Rosa Ri­naldi (due) e il ministro del­l’Ambiente dell’epoca, Al­fonso Pecoraro Scanio (una). Nel mirino dunque il governo Prodi. Ma, andan­do indietro nel tempo, ce n’è anche per il passato ese­cutivo Berlusconi. Nel 2006 sono segnalati due trasferi­menti in motoscafo del sot­tosegretario ai Beni cultura­li Nicola Bono e scorta e quattro del suo successore nel governo Prodi, Danielle Gattegno Mazzonis. Ma i vo­li sono monopolizzati dal ministro Giulio Tremonti: un elicottero sulla tratta Bel­luno- Rimini il 25 agosto 2001, un aereo ATR 42 Fi­renze- Verona il 12 ottobre dello stesso anno, uguale modello per coprire Ciampi­no- Venezia il 21 maggio 2002. E ancora l’elicottero sulla rotta Menaggio-Vicen­za del 6 giugno 2005 e sul Vicenza-Linate del medesi­mo giorno.

M.N.M.

04 giugno 2009

 

 

Il procuratore ha esaminato le foto degli ospiti del premier arrivati in Sardegna

Voli di Stato, Berlusconi indagato

La procura di Roma ha iscritto il premier nel registro degli indagati per abuso d'ufficio

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Una ballerina di flamenco all’arrivo a Olbia il 24 maggio 2008 a bordo dall’aereo presidenziale

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ROMA - Il nome del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sui voli di Stato. Si tratta, sottolineano fonti giudiziarie, di un atto dovuto al quale, rilevano, potrebbe seguire una rapida archiviazione. L'inchiesta è stata avviata dopo la denuncia presentata dal Codacons sul trasferimento in Sardegna di ospiti del premier su velivoli dell'Aeronautica militare. L'ipotesi di reato è quella di abuso d'ufficio. Gli atti saranno trasmessi al Tribunale dei Ministri nei prossimi giorni. Fonti giudiziarie fanno peraltro rilevare che, come già detto, da un primo esame dell'esposto, si potrebbe profilare una rapida archiviazione dell'indagine. L'inchiesta, in definitiva, potrebbe seguire lo stesso percorso di quelle che, per fatti analoghi, hanno riguardato in passato gli ex ministri Francesco Rutelli e Clemente Mastella.

INDAGINE - La procura indagava già da qualche giorno sull'ipotesi di abuso d'ufficio per l'utilizzo di velivoli dell'Aeronautica militare su cui avrebbero viaggiato ospiti del presidente del Consiglio - tra i quali il cantante Mariano Apicella e una ballerina di flamenco - invitati a una festa, il 24 maggio 2008, organizzata a Villa Certosa in Sardegna. La trasmissione del fascicolo al Tribunale dei Ministri, competente nella valutazione degli atti e a cui sarà demandata la fase istruttoria dell'indagine, comporta obbligatoriamente l'iscrizione sul registro degli indagati.

ESPOSTO DEL CODACONS - L'inchiesta sui voli di Stato è nata da un esposto del Codacons contenente l'appello fatto al Consiglio di Stato contro il provvedimento con il quale il Tar ha negato la sospensione della direttiva del governo Berlusconi sull'ampliamento dell'utilizzo dei voli di Stato anche a persone che accompagnino cariche istituzionali.

LE FOTO VISIONATE DAL PROCURATORE - Il procuratore di Roma ha visionato diverse foto scattate all'aeroporto in Sardegna, in occasione dell'arrivo di ospiti del premier, prima di decidere. Tra le foto prese in visione ci sono quelle sequestrate sabato scorso al fotografo Antonello Zappadu su ordine della stessa procura di Roma perché ritenute una violazione della privacy.

"SONO TRANQUILLO" - Ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, Silvio Berlusconi aveva detto in precedenza di non essere a conoscenza della possibile apertura di un fascicolo. "Sono nella tranquillità più assoluta. È stata seguita la regolamentazione" aveva anche spiegato il premier a riguardo, definendo altresì "meschino un attacco del genere".

03 giugno 2009(ultima modifica: 04 giugno 2009)

 

 

 

 

Il presidente del Consiglio minimizza il suo coinvolgimento nell'indagine

"Sarà archiviato tutto. La sinistra è sgangherata. Con Bossi c'è amicizia"

Berlusconi: "C'è un mandante

dietro gli attacchi contro di me"

Berlusconi: "C'è un mandante dietro gli attacchi contro di me"

ROMA - "Finirà tutto con un'archiviazione". Intervistato da Repubblica Niccolò Ghedini, parlamentare Pdl e legale di Silvio Berlusconi, non ha dubbi. L'iscrizione nel registro degli indagati del premier per la vicenda dei voli di Stato non avrà ripercussioni sul Cavaliere. Che, a sua volta, si mostra tranquillo: "Sono soddisfatto nel vedere che ancora una volta emerge la meschinità dei nostri avversari" taglia corto il premier - questa cosa non significa niente e sarà presto archiviata".

Quello che invece continua sono gli attacchi alla sinistra ("sgangherata") e ai media ("non leggo i giornali perché conosco la mia vita privata, non ho bisogno di essere informato o disinformato dai giornali"). Con un'aggiunta: "La campagna di stampa internazionale è orchestrata da un gruppo italiano". Di cui, però, non fa il nome. ''So - prosegue Berlusconi - come funzionano i giornalisti stranieri nei salotti romani, sono giornalisti che attingono ai giornali di sinistra e portano sui loro giornali articoli che dipingono l'Italia in modo diverso da quella che è. Perche' 'la realta' italiana e' molto diversa, per fortuna''.

Guarda alle Europee, il presidente del Consiglio. Le definisce un'occasione storica per l'Italia" perché il Pdl può diventare il gruppo più numeroso nel parlamento europeo". "Se le urne - spiega Berlusconi - daranno come risultato al pdl ciò che risulta dai sondaggi, ossia tra il 40 e il 45 per cento il Pdl sarà il gruppo numericamente più importante dentro la grande famiglia della libertà e della democrazia che è il partito popolare europeo". Ma non solo solo gli equilibri europei ad occupare i pensieri del premier. E' evidente, infatti, che l'esito della consultazione avrà ripercussioni anche sullo stato di salute del governo. Davanti ad una crescita della Lega, infatti, il baricentro dell'esecutivo potrebbe subire uno spostamente sempre più deciso a favore del Carroccio. Non a caso Berlusconi spende, per l'alleato, parole di grande trasporto: "Tra me e Bossi c'è amicizia. Ci vogliamo bene e stasera chiuderemo la campagna elettorale insieme".

Il premier, poi, rilancia l'appello a non votare per i piccoli partiti, ma nemmeno per il pd perché sarebbe un voto "sprecato". "Probabilmente - commenta - resteranno da soli e quindi entreranno nel gruppo misto, il che significa contare zero in un parlamento di oltre 700 europarlamentari".

Il cucù di Putin. Criticato per lo scherzo alla cancelliera tedesca Angela Merkel, Berlusconi rivela così l'origine del cucù. "Non è un'invenzione mia" spiega il presidente del Consiglio - me l'ha fatto una volta Putin a San Pietroburgo e io l'ho fatto alla Merkel".

Regali e spese. Accusato di portare sui voli di Stato "cantastorie e veline", il premier si difende. Altro che sprechi, "quando vado in Sardegna porto io i cuochi da Roma". Poi, dopo la cena, per gli ospiti stranieri c'è "uno spettacolo per cui ci vogliono gli artisti che non vengono gratis". Infine, elenca, "ci sono i regali che si danno" e certo "non può un leader che è anche di suo un tycoon regalare un foulard alla moglie" di un capo di Stato o di governo e dunque offre loro "cose che girano intorno ai 10mila euro".

(4 giugno 2009)

 

 

 

 

 

in collegamento telefonico con Telelombardia

Berlusconi: "Inchiesta voli di Stato ?

I nostri avversari meschini"

"Questa cosa - ha spiegato il premier - non significa niente e sarà presto archiviata"

Il premier Silvio Berlusconi durante la trasmissione "Porta a porta" (Ansa)

Il premier Silvio Berlusconi durante la trasmissione "Porta a porta" (Ansa)

MILANO - "Sono soddisfatto nel vedere che ancora una volta emerge la meschinità dei nostri avversari". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico con Telelombardia, commentando la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati per la vicenda dell'utilizzo di voli di Stato. "Questa cosa - ha spiegato il premier - non significa niente e sarà presto archiviata. C'è una norma, varata dalla Presidenza del Consiglio, che prevede che il premier, quando utilizza un aereo, possa portare con sè a costo zero persone che ritiene di dover portare". Berlusconi ha quindi aggiunto che l'iscrizione nel registro degli indagati e la diffusione della notizia "dimostrano come la sinistra sempre e comunque non abbia nulla da proporre. Ha adottato come carta dei valori Novella 2000".

"C'E' UNA LEGGE" - "Sono soddisfatto nel vedere che ancora una volta emerge la meschinità dei nostri avversari". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico con Telelombardia, commentando la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati per la vicenda dell'utilizzo di voli di Stato. "Questa cosa - ha spiegato il premier - non significa niente e sarà presto archiviata. C'è una norma, varata dalla Presidenza del Consiglio, che prevede che il premier, quando utilizza un aereo, possa portare con sè a costo zero persone che ritiene di dover portare". Berlusconi ha quindi aggiunto che l'iscrizione nel registro degli indagati e la diffusione della notizia "dimostrano come la sinistra sempre e comunque non abbia nulla da proporre. Ha adottato come carta dei valori Novella 2000".

NON LEGGO GIORNALI SU MIA VITA PRIVATA - "Non leggo i giornali che parlano della mia vita privata, perché la conosco". Berlusconi ha replicato così alla domanda su quanto tempo impiega nella lettura dei giornali che riguardano la sua vita privata. "Guardo i titoli della prima pagina - ha aggiunto - poi leggo gli articoli che l'ufficio stampa mi ha selezionato. Purtroppo abbiamo una carta stampata e certe volte anche una televisione che rappresenta un'Italia diversa da quello che è".

04 giugno 2009

 

 

Il capo del governo a porta a porta: "Tornerei alla festa di Noemi"

"Non mollo, devo portare avanti il Paese"

Berlusconi: "Voto anticipato? Fantapolitica". "Le foto in Sardegna sono assolutamente pubblicabili"

Silvio Berlusconi (Fotogramma)

Silvio Berlusconi (Fotogramma)

ROMA - "Le elezioni anticipate? Fantapolitica. Io non mollo devo portare avanti il Paese". Non ha dubbi il premier Silvio Berlusconi che dagli studi di Porta a Porta manda al Paese un messaggio che vuole essere rassicurante.

"NON MOLLO" - "Non mi è mai passato nemmeno per l'anticamera del cervello di mollare. Sono stato responsabilizzato dagli italiani e devo portare avanti il governo del Paese. Solo che, a chi mi chiede di non mollare, io devo rispondere non mollo. Ma non ci ho mai pensato, è escluso dalla mia filosofia, dal mio pensiero e da tutto che io possa prima assumere un impegno e poi lasciare qualcosa che invece sento il dovere e la responsabilità di fare" spiega subito Berlusconi.

"LE FOTO IN SARDEGNA? ASSOLUTAMENTE PUBBLICABILI" - Nel corso dell'intervista, il presidente del Consiglio torna poi sulla questione delle foto sequestrate che riguardavano la sua residenza in Sardegna. "Ho visto le foto e sono scatti che si possono pubblicare. Ho visionato quelle che aveva visto la Mondadori e che poi non ha fatto il servizio". Alla domanda di Bruno Vespa che chiede al premier se sia facile fare foto della sua villa in Sardegna, Berlusconi risponde: "Ci si approfitta del fatto che non ci sono troppe persone di guardia. Io non ho un esercito ma credo che sia giusto fare una difesa della propria privacy".

VOLI DI STATO - Durante la registrazione della trasmissione di Rai Uno, il presidente del Consiglio affronta poi il tema dei voli di Stato, dicendo di non essere a conoscenza della possibile apertura di un fascicolo in merito. "Sono nella tranquillità più assoluta perché abbiamo seguito le regole" ha detto il Cavaliere, aggiungendo che si tratta di "cose molto meschine" perché un premier è costretto per ragioni di sicurezza ad usare voli di Stato. E "se c'è qualche persona in più non costa una lira".

OCCUPAZIONE - Berlusconi interviene anche sul tema dell'occupazione e della crisi economica: "Per la crisi in Italia non muore nessuno di fame. Oggi non c'è nessuno che perdendo il lavoro non venga aiutato dallo Stato. C'è la Cassa integrazione per i precari così come per i lavoratori a progetto".

TERREMOTO - Abbiamo ricevuto 56 risposte di partecipazione alla gara per la ricostruzione in Abruzzo" spiega il presidente del Consiglio parlando del sisma che ha devastato la provincia dell'Aquila. Il premier aggiunge: "È straordinario che le imprese abbiano accettato questa sfida. Avevamo detto nel capitolato che le case si dovranno realizzare in un massimo di 80 giorni. Sono curioso di vedere quelle aziende che hanno proposto una realizzazione in tempi più brevi. A loro daremo la preferenza". Berlusconi spiega poi che il 53% delle case è al momento agibile. "La ricostruzione in Abruzzo è già iniziata a tempo di record. Stiamo gestendo 63 mila sfollati, - ha detto il premier - parte di questi sono nelle tende e il restante negli alberghi sulla costa".

CASO NOEMI - Poi Berlusconi affronta il caso Noemi e le ormai celebri dieci domande del quotidiano "La Repubblica" a cui il capo del governo non ha ancora risposto: "In Italia c'è al primo punto la riservatezza dei cittadini. Un giornale come Repubblica non può fare quelle domande assurde. E io non leggo Repubblica da molti anni e faccio bene. Tutta la vicenda di Noemi Letizia è una campagna di delegittimazione della sinistra che ha messo una calunnia sopra un'altra calunnia", ma gli italiani hanno finalmente capito con chi hanno a che fare".

"In futuro starà un po' più attento ad andare alle feste e ai compleanni?", chiede il conduttore al presidente del Consiglio con un implicito riferimento al compleanno di Noemi Letizia. "Assolutamente no, perchè ci ritornerei a quella festa, visto che avevo fatto una promessa e io tutte le promesse le mantengo", ha risposto Berlusconi. "Era una persona che mi aveva chiesto, sapendo che sarei passato di lì, che se avessi avuto del tempo libero le avrei fatto un regalone e siccome io faccio anche politica, mi piaceva di stare in un posto con tanti ragazzi, con tanta gente e sono andato là, ho fatto non so quante foto con i nonni materni, i nonni paterni, i compagni di scuola, i compagni di giochi, tutti i cuochi, tutti i camerieri e su questo hanno inventato tutte le cose che conosciamo", sottolinea Berlusconi.

Silvio Berlusconi e Bruno Vespa (Newpress)

Silvio Berlusconi e Bruno Vespa (Newpress)

"Sono tutte cose assolutamente inventate - prosegue il premier - e siccome andando avanti tutti arrivano a capire che non poteva esserci nulla di piccante in quella mia visita io credo che sarà un grosso boomerang che tornerà addosso a tutti coloro che si sono attaccati a questa cosa, a partire dai signori della sinistra".

KAKA' - Il premier trova il tempo di rispondere a qualche domanda relativa al calciomercato del Milan: "Parlerò con Kakà lunedì prossimo e lunedì potrò dire le decisioni prese. E' presto per pensare al dopo. Cerco di distinguere il calcio dalle cose che interessano gli italiani. Posso dire solo che eravamo attaccatissimi a Sheva. Quando è arrivata una offerta che non potevamo eguagliare, pur avendo con lui una grande amicizia e io ho fatto tutto ciò che potevo per convincerlo ma alla fine ho lasciato decidere a lui. Sono sempre i nostri ragazzi che devono decidere dove vogliono giocare", ha aggiunto. "Adesso vedremo, io non sono più presidente del Milan. Ma quando fa dei debiti qualcuno deve metterci i soldi, io ho questa funzione", precisa. "Io speravo in un ritorno di Gourcuff che però ci ha chiesto di restare in Francia".

Poi parla anche del futuro di Pato: "Non andrà al Chelsea"

ALLA LEGA LA PRESIDENZA DEL VENETO - Tornando a parlare di politica il premier si sofferma sui rapporti tra il Pdl e la Lega: "Abbiamo già per il futuro delle regioni del nord in mente da attribuire alla Lega delle cariche importanti, come la presidenza della Regione Veneto. Ne abbiamo parlato già alcune volte - aggiunge Berlusconi - naturalmente ne parleremo ancora e questo rientrerà in un piano di accordi complessivi che sono sicuro saranno presi con la soddisfazione di entrambi".

Una notizia quest'ultima che lasciava perplesso il coordinatore Pdl del Veneto Alberto Giorgetti che in una nota dichiarava: "Naturalmente attendiamo conferma di una così incredibile notizia. In ogni caso il Pdl del Veneto non ha alcuna intenzione di lasciare questa regione alla Lega Nord, essendo il PdL il primo partito e lo sarà ancora dopo il 6 e il 7 giugno prossimo. Noi non molliamo anche perchè a decidere è il cittadino elettore".

E a tempo di record Berlusconi precisava: "Il candidato alla presidenza della regione dipenderà dai risultati delle Europee. Chi prevarrà fra Pdl e Lega avrà diritto a candidare il presidente. Per il Veneto non può essere diverso da così. La prevalenza alle Europee sarà indicativa e forse decisiva per le regionali del 2010".

PD SMEMBRATO - Nonostante poi le smentite giunte dal Pd, Berlusconi insiste sulla sua ipotesi di un futuro smembramento del Partito democratico: "Enrico Letta andrà nell'Udc. Rutelli fonderà un suo partito. Alcuni deputati passeranno con Bertinotti". Ai giornalisti che gli ricordano le smentite degli interessati, Berlusconi replica: "Tante cose smentite, poi si verificano ugualmente".

PONTE SULLO STRETTO - "Ho ridato il via al Ponte sullo Stretto. Ho ricevuto questa settimana l'ad Ciucci e ho ottenuto il via a questa opera epocale" aggiunge poi il premier, per il quale "Ci sono 17,6 miliardi a disposizione per le infrastrutture. Stiamo superando le difficoltà che prevedono impicci incredibili".

L'ESERCITO PER FAR PARTIRE LA TAV - "Il corridoio 5 della Tav è fondamentale. Noi abbiamo ripreso in mano la vicenda e ho garantito più volte che c'è la possibilità di mettere in campo il nostro esercito se ci saranno comunità organizzate che si oppongono" sottolinea successivamente Berlusconi spiegando che "il governo della sinistra in passato si è tirato indietro. E invece bisogna farla altrimenti, esagero, diventiamo come uno stato africano".

ATTACCO AI GIORNALI - Poi il premier rilancia la polemica contro la stampa straniera che lo critica. Secondo il capo del governo i giornali esteri che attaccano il governo e Berlusconi "sono insufflati da gruppi editoriali italiani, e ne abbiamo la certezza, oppure da chi in Italia si oppone al gruppo Mediaset nel settore della televisione", riferendosi esplicitamente al magnate australiano dell'editoria Rupert Murdoch.

CASO OPEL - Poi il premier interviene anche sul caso Opel: "Sulla Fiat non ci è stato chiesto di intervenire. Noi siamo ancora a disposizione, se i vertici Fiat richiedessero un nostro intervento lo faremo. Ma vorrei sottolineare che non siamo , a Palazzo Chigi, quella merchant bank che aveva fatto di Palazzo Chigi il signor D'Alema".

LA REPLICA DI FRANCESCHINI - Intanto durante la trasmissione "Otto e Mezzo" su La7 il leader del Pd Dario Franceschini spiega che il Pd non ha mai avuto l'intenzione di chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio per le vicende private sulle cronache di questi giorni. "Non ci è mai passato minimamente per la testa di chiedere le dimissioni di Berlusconi per questioni personali", ha detto Franceschini. "Non è mai uscito dalla mia bocca neppure il nome di questi protagonisti", ha ricordato il leader del Pd, anche se "penso che gli italiani un'idea se la siano fatta". Semmai, ha sottolineato, "il confronto è fra i valori di fondo". Ed è "il modello" che trasmette il premier a non piacere a Franceschini: "Il successo personale su tutto". E Franceschini vede un pericolo. "Per la qualità della democrazia ci sono dei rischi", ha detto vista la "tentazione ad accentrare tutto" e per questo "ci penserei dieci volte se fossi un elettore a dare poteri troppo forti ad una persona cui da fastidio tutto ciò che ingombra la sua azione di governo che si chiami stampa, Parlamento o Presidente della Repubblica".

03 giugno 2009

 

 

2009-06-01

Il caso. Esposto del COndacons, La Procura di ROma apre un'inchiesta

Da Pd e Idv doppia interrogazione

parlamentare sui voli di Stato

Di Pietro: "Usati per veline e cantastorie". Palazzo Chigi: "Utilizzo legittimo e senza oneri"

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Foto a Villa Certosa, l'ira del premier "Ora è stato toccato il fondo" (1 giugno 2009)

Antonio Di Pietro (LaPresse)

Antonio Di Pietro (LaPresse)

ROMA - La Procura di Roma aprirà un fascicolo relativo alla questione dei voli di Stato e del loro utilizzo da parte delle cariche istituzionali, dopo l'esposto da parte del Codacons, che ha annunciato l'intenzione di costituirsi parte civile nel procedimento. Lo riferiscono fonti giudiziarie, precisando che il fascicolo è intestato "Atti relativi" contro ignoti e il procuratore acquisirà in primo luogo la normativa circa le modalità per l'uso di questi velivoli di Stato, che stabilisce chi è autorizzato ad usufruire di questi voli. Nei giorni scorsi è divampata la polemica circa un eventuale utilizzo dei voli di Stato e dell'Aeronautica militare da parte di amici e ospiti del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in Sardegna.

LE FOTO - Per quanto riguarda, invece, gli scatti del fotoreporter Antonello Zappadu, riguardanti ospiti e feste tenute a Villa Certosa, l'indagine continuerà direttamente in Sardegna. Gli atti sul sequestro di queste foto, avvenuto sabato scorso, saranno infatti inviati per competenza alla procura di Tempio Pausania, come aveva deciso il procuratore di Roma, Giovanni Ferrara.

INTERROGAZIONI PARLAMENTARE - "Il governo Berlusconi spende i soldi per la casta, invece che per i cittadini che ne hanno bisogno". Così il leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, conferma la presentazione di un'interrogazione parlamentare "contro i privilegi della casta" e sull'utilizzo dei voli di Stato "per portare veline e cantastorie nelle ville private, a rallegrare le serate di questo o quel satrapo di turno". "Ci sembra - aggiunge Di Pietro - un'offesa a tante famiglie che non arrivano a fine mese e a tanti operai a casa in cassa integrazione o che purtroppo non hanno proprio più il lavoro".

PD - Ma quella del leader dell'Italia dei Valori non è l'unica iniziativa sull'argomento. Anche il Pd si è mosso con un'interrogazione firmata dai vicepresidenti Marina Sereni e Gianclaudio Bressa e dai deputati Ettore Rosato, Emanuele Fiano, Federica Mogherini, Roberto Zaccaria e Sesa Amici:"Voli di Stato utilizzati per trasportare persone prive di incarichi pubblici e invitati a partecipare ad eventi privati"? Quali sono i criteri e le regole che la Presidenza del Consiglio ha adottato per determinare le modalità e i limiti nell'uso dei suddetti voli?". I democratici "interrogano il governo per sapere se corrisponde al vero che i voli di Stato della Presidenza del Consiglio sarebbero stati utilizzati per trasportare persone prive di incarichi pubblici invitate a partecipare ad eventi privati; quali siano i criteri e le regole che la Presidenza del Consiglio ha adottato per determinare modalità e limiti nell'uso dei suddetti voli di Stato".

OSPITI LEGITTIMI E SENZA ONERI - In serata è arrivata la replica di Palazzo Chigi. "È noto e riconosciuto che, soprattutto per ragioni di sicurezza, l'impiego dell'aereo di Stato è di fatto imposto al Presidente del Consiglio - si legge in una nota - al quale viene, di norma, precluso l'uso di mezzi diversi. La disciplina dell'impiego degli aerei di Stato è stabilità dalla Direttiva 25 luglio 2008, regolarmente registrata alla Corte dei Conti, che ne detta le regole per tutte le Autorità ammesse ad usufruirne". "La presenza di ospiti a bordo dell'aereo di Stato è prevista e regolata dal comma 2 dell'art. 5 della stessa Direttiva, che ha sostituito le precedenti del 21 settembre e del 30 novembre 2007 - prosegue la nota -, proprio per chiarire alcuni dubbi interpretativi e per eliminare alcune palesi incongruità con l'obiettivo di superare ogni difficoltà applicativa da parte degli uffici competenti. A tale proposito la Direttiva prevede espressamente la possibilità di imbarcare persone estranee alla delegazione, purché accreditate al seguito della stessa, su indicazione dell'Autorità, anche in relazione alla natura del viaggio e al rango rivestito dalle personalità trasportate. Sulla base di quanto espressamente previsto, è chiaro che il Presidente del Consiglio ha agito in piena legittimità, anche con riferimento alla facoltà che a persone estranee alla delegazione possa essere offerta la possibilità di un passaggio sull'aereo di Stato assegnato al suo servizio".

 

01 giugno 2009(ultima modifica: 02 giugno 2009)

 

 

 

 

 

 

 

IL CASO DEI VOLI DI STATO

Aerei blu, corsi e ricorsi dei privilegi

I casi che hanno fatto discutere da Mastella ad Apicella

"T empo di rumba, tempo di te / Ballo e non ballo: ma perché?", si chiede Mariano Apicella in una canzone. Pare ora per quelle foto che lo mostrano mentre scende da un volo-blu, dei giudici potrebbero farlo "ballare" sul serio. Tanto più che in un’intervista a Claudio Sabelli Fioretti il menestrello del Cavaliere confidava già tutto: "Quando lui ha bisogno mi telefona Marinella, la segretaria: "Mariano, se non hai problemi il dottore ti vorrebbe stasera". Io vado a Roma, poso la macchina a Ciampino e parto con lui sull’aereo presidenziale. Quasi sempre per la Sardegna, qualche volta per Milano". A spese dei cittadini.

Si dirà: che c’entra? L’aereo pubblico partirebbe lo stesso e un passeggero in più non incide di un centesimo! È esattamente ciò che disse Clemente Ma­stella, nel settembre 2007, dopo essere stato denunciato dall’Espresso mentre saliva col fi­glio sul volo di Stato che portava Francesco Rutelli a Monza per il Gran premio di F1: "Mio figlio non lo vedo mai, che male c’è se l’ho por­tato al Gran premio? Tanto, se in aereo erava­mo 10 o 15 non cambiava niente".

Eh, no, è una questione di principio, titolò la Padania: "L’inGiustizia vola al Gran Pre­mio ". Il Giornale berlusconiano rincarò: "Non dicevano di voler tagliare i costi della politica? Forse usare l'aereo di Stato più farao­nico che ci sia per assistere al Gp di Monza non è il miglior modo di risparmiare. O no? Per dire: il Gran premio lo trasmettevano pu­re su RaiUno, il cui segnale, ci risulta, dovreb­be arrivare fino a Ceppaloni". E Alessandra Mussolini, furente: "Ho messo sul sito gli indi­rizzi e-mail di Rutelli e Mastella per consenti­re a tutti i cittadini di coprirli di "Vergogna!"" Dice oggi Palazzo Chigi che i "passaggi" of­ferti al cantautore personale del Cavaliere ("Mi disse: "Vorrei avere qualcuno che mi fa un po’ rilassare nei fine settimana"") sono as­solutamente legittimi: "La disciplina dell'im­piego degli aerei di Stato è stabilità dalla Diret­tiva 25 luglio 2008, regolarmente registrata al­la Corte dei Conti, che ne detta le regole per tutte le Autorità ammesse ad usufruirne". E cosa dice questa legge, che spazzò via quella più restrittiva fatta dal governo Prodi per argi­nare un andazzo che nel 2005 aveva visto im­piegare i voli di Stato per 37 ore al giorno con una spesa di 65 milioni di euro pari al costo di 2.241 (duemiladuecentoquarantuno) biglietti andata e ritorno al giorno (al giorno!) da Mila­no a Londra con la Ryanair?

Dice quella legge (bollata allora da Libero con il titolo "Onorevoli e vip: Silvio allarga gli aerei blu" sotto l’occhiello: "Voli di Stato: la Casta mette le ali") che quelli che Luigi Einau­di chiamava "i padreterni" possono imbarca­re persone estranee "purché accreditate al se­guito della stessa, su indicazione dell'Autori­tà, anche in relazione alla natura del viaggio e al rango rivestito dalle personalità trasporta­te ". Di più: "L'imbarco di persone estranee al­la delegazione non comporta quindi alcun ag­gravio degli oneri comunque a carico dell'era­rio ". Appunto: la tesi di Mastella.

Obiezioni? Ma per carità: la legge è legge. E non ci permettiamo di dubitare che sia stata rispettata fino in fondo. Un conto è il rispetto delle regole formali, però (tanto più se queste sono state cambiate apposta) e un altro è l'op­portunità. È probabile che lo stesso Berlusco­ni avesse tutti i diritti mesi fa di prendere l’eli­cottero della protezione civile per andare a far­si un massaggio alla beauty farm di Mességué in Umbria, come documentò un filmato del TG3. L’opportunità, però è un’altra cosa. E di­spiace che anche questi episodi, gravi o secon­dari che li si consideri, confermino una certa "rilassatezza" sui costi e i privilegi della politi­ca. Come se la rovinosa sconfitta della sinistra alle elezioni dell'aprile 2008 avesse già saldato il conto tra la politica e i cittadini indignati.

Che la sinistra, incapace di capire l'insoffe­renza montante, meritasse la batosta, lo han­no ormai ammesso in tanti. Compreso Fausto Bertinotti, finito nel mirino proprio per i voli blu: "I nostri gruppi dirigenti? Sganciati e lon­tani dalla realtà dei lavoratori, autoreferenzia­li, così si è venuta formando anche a sinistra una vera e propria casta, un ceto politico inte­ressato solo alla propria sopravvivenza". Sarebbe davvero un peccato se la destra, che in gran parte cavalcò quei sentimenti di indignazione e oggi, secondo il Pd, triplica (da 150 a oltre 400 ore medie al mese) quei voli blu che ieri bollava con parole di fuoco, pensasse che la grande ondata di insofferenza si sia allontanata per sempre. Peggio ancora se pensasse che non c'è più bisogno di una ro­busta moralizzazione del sistema. Certo, alcu­ne misure sono state prese. La Camera e il Qui­rinale, quest'anno, dovrebbero costare meno dell'anno scorso. Ma già al Senato, ad esem­pio, non sarà così. E molti episodi rivelano una sconfortante indifferenza nei confronti dei tagli e soprattutto delle riforme ancora ne­cessari.

Basti pensare alla recentissima denuncia dei "portaborse" secondo i quali i presidenti delle Camere, dopo avere "annunciato solen­nemente un giro di vite radicale contro lo scandalo dei collaboratori parlamentari assun­ti in nero", hanno riciclato "parola per paro­la, i contenuti di una missiva analoga spedita il 28 marzo 2007" e da loro stessi giudicati "inadeguati". O all’assenteismo dei nostri eu­ro- parlamentari, 10 dei quali sono tra gli ulti­mi 20 nella classifica. O alla decisione di vara­re l'area metropolitana di Reggio Calabria no­nostante sia per abitanti al 44º posto tra gli agglomerati urbani perfino dietro Aversa, Va­rese, Chiari, Vigevano… O ancora alla timidez­za nel prendere di petto temi politicamente spinosi come la gestione di carrozzoni quali la Tirrenia o l’Amia, la società che dovrebbe occuparsi dei rifiuti da cui è sommersa a Paler­mo e i cui capi (tra i quali il presidente, pro­mosso a senatore) andavano negli Emirati Ara­bi a "vendere" la raccolta differenziata "alla palermitana" spendendo anche 500 euro a pa­sto.

Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella

02 giugno 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2009-06-01

Il caso. Esposto del COndacons, La Procura di ROma apre un'inchiesta

Da Pd e Idv doppia interrogazione

parlamentare sui voli di Stato

Di Pietro: "Scandaloso il loro per veline e cantastorie".

I democratici: "Usati per eventi privati?"

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Foto a Villa Certosa, l'ira del premier "Ora è stato toccato il fondo" (1 giugno 2009)

Antonio Di Pietro (LaPresse)

Antonio Di Pietro (LaPresse)

ROMA - La Procura di Roma aprirà un fascicolo relativo alal questione dei voli di Stato e del loro utilizzo da parte delle cariche istituzionali, dopo l'esposto da parte del Codacons, che ha annunciato l'intenzione di costituirsi parte civile nel procedimento. Lo riferiscono fonti giudiziarie, precisando che il fascicolo è intestato "Atti relativi" contro ignoti e il procuratore acquisirà in primo luogo la normativa circa le modalità per l'uso di questi velivoli di Stato, che stabilisce chi è autorizzato ad usufruire di questi voli. Nei giorni scorsi è divampata la polemica circa un eventuale utilizzo dei voli di Stato e dell'Aeronautica militare da parte di amici e ospiti del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in Sardegna.

LE FOTO - Per quanto riguarda, invece, gli scatti del fotoreporter Antonello Zappadu, riguardanti ospiti e feste tenute a Villa Certosa, l'indagine continuerà direttamente in Sardegna. Gli atti sul sequestro di queste foto, avvenuto sabato scorso, saranno infatti inviati per competenza alla procura di Tempio Pausania, come aveva deciso il procuratore di Roma, Giovanni Ferrara.

INTERROGAZIONI PARLAMENTARE - "Il governo Berlusconi spende i soldi per la casta, invece che per i cittadini che ne hanno bisogno". Così il leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, conferma la presentazione di un'interrogazione parlamentare "contro i privilegi della casta" e sull'utilizzo dei voli di Stato "per portare veline e cantastorie nelle ville private, a rallegrare le serate di questo o quel satrapo di turno". "Ci sembra - aggiunge Di Pietro - un'offesa a tante famiglie che non arrivano a fine mese e a tanti operai a casa in cassa integrazione o che purtroppo non hanno proprio più il lavoro".

PD - Ma quella del leader dell'Italia dei Valori non è l'unica iniziativa sull'argomento. Anche il Pd si è mosso con un'interrogazione firmata dai vicepresidenti Marina Sereni e Gianclaudio Bressa e dai deputati Ettore Rosato, Emanuele Fiano, Federica Mogherini, Roberto Zaccaria e Sesa Amici. "Voli di Stato utilizzati per "trasportare persone prive di incarichi pubblici e invitati a partecipare ad eventi privati"? Quali sono i criteri e le regole che la Presidenza del Consiglio ha adottato per determinare le modalità e i limiti nell'uso dei suddetti voli?", così chiedono alla Camera, come al Senato, chiarimenti sull'utilizzo dei voli di Stato. I democratici "interrogano il governo per sapere se corrisponde al vero che i voli di Stato della Presidenza del Consiglio sarebbero stati utilizzati per trasportare persone prive di incarichi pubblici invitate a partecipare ad eventi privati; quali siano i criteri e le regole che la Presidenza del Consiglio ha adottato per determinare modalità e limiti nell'uso dei suddetti voli di Stato".

01 giugno 2009

 

 

 

 

 

Caso Noemi I protagonisti

"Veronica ha un compagno"

Ma il bodyguard: invenzioni

L’uscita della Santanché. L’uomo nella scorta da 7 anni. Chi lo conosce lo descrive "serio e ri­servato".

Veronica Lario con Alberto Orlandi al compleanno del premier il 29 settembre 2008

Veronica Lario con Alberto Orlandi al compleanno del premier il 29 settembre 2008

MILANO — Sarebbe "il se­greto in grado di ribaltare tut­to ". Nel fuoco di gossip incro­ciato Berlusconi-Lario, irrom­pe Daniela Santanché. E sugge­risce di spostare l’obiettivo dal­la vita privata del premier al "giardino di Veronica". Moti­vo: "Ogni giorno spero che il Presidente abbia la forza di far­lo, di dire. Invece niente". E al­lora la Santanché si incarica di calare l’ultimo carico nella sa­ga familiare berlusconiana: "Veronica Lario da molto tem­po ha al fianco un suo compa­gno. Si chiama Alberto Orlan­di, ha 47 anni, è capo del servi­zio di sicurezza della villa di Macherio e con lei condivide progetti, interessi e vacanze".

La leader del Movimento per l’Italia affida il suo racconto a Libero, il quotidiano che nei giorni scorsi ha già definito "Veronica velina ingrata". L’af­fondo è in un commento del di­rettore, Vittorio Feltri, che del­la signora Lario dice: "Sorpren­de che, pur consapevole dei panni in cui sta, abbia avuto l’improntitudine di condanna­re al rogo il marito per un pec­cato commesso da lei medesi­ma ". Pare che il pettegolezzo sul­la liaison di Veronica circolas­se da tempo in certi ambienti. La pubblicazione ha ovviamen­te peggiorato il clima. Ieri, do­po l’intervista a Libero, c’è sta­ta una consultazione tra l’avvo­cato che assisterà Veronica nel divorzio, Maria Cristina Morel­li, e una sua collega patrimo­nialista. In serata il senatore Mario Mantovani (Pdl), molto vicino alla famiglia del pre­mier, ha spiegato: "Questa campagna di gossip non sta in­fluenzando i nostri sostenitori. In una famiglia possono esser­ci momenti difficili, ma forse la signora dovrebbe tener con­to che la mossa di usare i gior­nali per vicende private ti si può ritorcere contro". L’unico a intervenire dalla sponda del Pd è Pierluigi Bersani. Che at­tacca: "Se Veronica Lario vuole avviare le pratiche di divorzio, faccia lei. Noi chiediamo che si­ano gli italiani ad avviare le pratiche di separazione da Ber­lusconi ".

Ma chi è Alberto Orlandi, la guardia del corpo che fino a sa­bato ha lavorato nel completo anonimato? Di lui si sa che ieri si è dedicato al lavoro, come sempre negli ultimi anni. Le voci però, quelle di una sua re­lazione con Veronica, gli erano arrivate all’orecchio già da tem­po. E lui, in passato, ha sempre ripetuto la stessa cosa, di sen­tirsi "amareggiato e dispiaciu­to per quei pettegolezzi, per le maldicenze che qualcuno met­te in giro". Battute che ha sem­pre liquidato così: "Tutte robe inventate".

Chi lo conosce, parla di Or­landi come di un professioni­sta "particolarmente serio e ri­servato". Non potrebbe essere altrimenti, visto che da sette an­ni è il responsabile della sicu­rezza per la (ex) moglie di Ber­lusconi. È lui a guidare il grup­po di bodyguard che sorveglia 24 ore su 24 la villa di Mache­rio e segue ogni movimento di Veronica Lario. Che passi da Mi­lano per lo shopping, o che par­ta per Londra o New York, in­torno a Veronica c’è sempre lui: alto, massiccio, fisico atleti­co, capelli corti castani, pizzet­to appena accennato. Racconta­no che tra i due ci sia un rap­porto di totale fiducia, cresciu­to con gli anni. E fondato sulle qualità del caposcorta Orlandi: "Grande preparazione, massi­ma discrezione".

La sua carriera è iniziata in una piccola società, poi il pas­saggio nel "Consorzio servizi vigilanza", l’azienda della Fi­ninvest che cura la security di dirigenti e personalità del gruppo. Partito dalla posizione di autista, Orlandi ha via via as­sunto ruoli di maggiore re­sponsabilità, fino a quello di capo della sicurezza a Mache­rio. Ha una casa nelle vicinan­ze e un figlio, ma il suo lavoro lo tiene a contatto strettissimo e continuo con Veronica. I ser­vizi di protezione, seppur in maniera ridotta, sono infatti or­ganizzati come quelli del pre­mier: vigilanza senza pause, massima allerta all’esterno, ma assiduo controllo anche in casa. Dicono che da lì nasca la sua amarezza, per quel "pette­golezzo che lo colpisce nella sua professione".

Riccardo Rosa Gianni Santucci

01 giugno 2009

REPUBBLICA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.repubblica.it/

2008-06-04

Dal sito internet dI l'ESPRESSO

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/con-papi-si-vola/2100688&ref=hpsp

 

Con papi si vola

di Gianluca Di Feo

Il premier. I ministri. E poi amici ballerine. Con il governo Berlusconi l'uso degli aerei blu è quasi triplicato. Con un costo di 60 milioni

L'interno di un Falcon 50

Magari fosse solo Apicella. Magari fosse solo il menestrello di corte ad accomodarsi sui jet presidenziali per volare verso la reggia di villa Certosa. Ormai le scalette per salire sugli aerei di Stato sono diventate larghissime: a bordo può salire chiunque, ministri e sottosegretari, assistenti e portavoce, parenti e amiche. Clemente Mastella ha fatto scuola: il suo viaggio al Gran Premio con figlio e conoscenti è diventato un modello. E così Silvio Berlusconi nello scorso agosto ha cancellato l'austerity aeronautica introdotta dal governo Prodi dopo lo scandalo dell'Airbus di Monza più affollato della metro nell'ora di punta. I risultati si sono visti subito. I decolli dei velivoli del 31mo stormo, che da Roma Ciampino garantisce il trasporto delle autorità, sono aumentati a velocità supersonica: raddoppiati o addirittura triplicati. Il confronto tra lo stesso periodo dell'anno è eloquente.

I GRAFICI: TUTTI I DATI A CONFRONTO

I dati ottenuti da 'L'espresso' mostrano che a gennaio 2008 c'erano state 153 ore di volo per accompagnare in giro ministri e presidenti, un anno dopo erano diventate 370. A febbraio si passa da 176 a 468; a marzo da 183 a 510; ad aprile da 124 a 471. In questo mese di maggio appena concluso, denso di impegni elettorali sparsi per la penisola, ci sono state centinaia di missioni vip con Airbus e Falcon impegnati fino ai limiti tecnici. Al ministero della Difesa è scattato l'allarme rosso: se si dovesse continuare con questo ritmo, a fine 2009 gli Stakanov del jet presidenziale potrebbero arrivare a bruciare oltre 5600 ore a spasso tra le nuvole.

Più di 15 ore al giorno, un primato che potrebbe battere i consumi mostruosi del 2005 quando l'overdose di aerei blu spinse Gianni Letta a rimproverare tutto il governo. Parole volate via nel vento.

Oggi ministri e sottosegretari sgomitano per spaparanzarsi sulle poltrone in pelle di Falcon e Airbus dagli arredi extralusso. La flotta del 31mo stormo non basta più: i 10 jet, nonostante offrano 216 comodissimi posti, non riescono a soddisfare le brame aviatorie del governo Berlusconi. Ed ecco che tornano in pista le Ferrari dei cieli, i Piaggio 180 di Pratica di Mare, bimotori executive che dovrebbero servire per collegare le basi dell'Aeronautica. Prodi ne aveva vietato l'uso per i voli di Stato: nei primi mesi del 2008 mai un decollo. Ma il salottino volante fa gola a tanti politici di seconda fila, che in soli quattro mesi quest'anno si sono accaparrati 240 ore di volo a sbafo.

E poi c'è la fantomatica Cai, non la compagine che ha rilevato Alitalia ma la leggendaria squadriglia dei servizi segreti. Che con il pretesto della sicurezza svolge il 90 per cento dell'attività come taxi per ministro. Anche lì Prodi e il suo sottosegretario Enrico Micheli erano stati drastici: 'Basta gite di governo'. E per concretizzare l'ordine si era deciso di mettere in vendita due dei cinque Falcon della Cai.

Adesso invece di ridurre la flotta non si parla più, perché l'hangar degli 007 pullula di auto blu che trasbordano politici e accompagnatori al riparo da sguardi curiosi. Si stima che dall'insediamento del Cavaliere la Cai abbia già regalato 1800 ore di volo al governo, un altro record a carico dei contribuenti. Il bilancio finale dei costi è altissimo. Solo per i dieci jet del 31mo stormo il 2008 ha significato una spesa di quasi 40 milioni di euro, su cui ha pesato il consumo di carburante a prezzi stratosferici nel semestre berlusconiano: con i vincoli prodiani si contava di pagarne circa la metà. È come se in 180 giorni fossero stati bruciati 25-30 milioni di euro: in alcune giornate fino a 160 mila euro buttati via per i velocissimi taxi dei politici vincenti. E se si aggiungono gli esborsi top secret per i passaggi a bordo degli 007 con le ali della Cai e delle Ferrari dei cieli si rischia di arrivare a una bolletta annuale salatissima: un conto da oltre 60 milioni di euro. Alla faccia della crisi e dei sacrifici per gli italiani. Sono lontani i tempi in cui l'austerity prodiana aveva fatto ipotizzare un taglio netto anche al 31mo stormo: via un quinto dello schieramento, mettendo all'asta un paio di Falcon e forse un Airbus. Un'illusione scomparsa dagli schermi radar.

(03 giugno 2009)

'Di riduzione della linea di volo proprio non se ne parla, l'attività per il trasporto di Stato è intensa', ha dichiarato il generale Daniele Tei, comandante in capo dell'Aeronautica alla rivista specializzata Rid. E ha poi esternato il malumore dell'Arma azzurra: 'Tra l'altro siamo sempre a credito per le attività che conduciamo e che le altre amministrazioni ci rimborsano con enorme ritardo (e non sempre)'. Infatti la forza armata deve anticipare i fondi per i voli extra tagliando altre attività: nel 2005 per pagare le missioni dei politici rinunciò alla più importante esercitazione internazionale. Nel solo 2008 lo sforamento berlusconiano ha comportato quasi venti milioni di sacrifici: meno addestramento, meno manutenzione. E mentre la crisi impone di azzerare l'attività di intere squadriglie, i piloti degli aerei blu non si fermano mai: 'Nel 2008 hanno volato l'11 per cento delle ore dell'intera forza armata', sottolinea il generale Tei. Pensate: l'Aeronautica ha quasi 400 velivoli, ma da soli i dieci jet presidenziali hanno macinato il record di decolli, mentre gli equipaggi dei caccia restano a terra con i serbatoi vuoti. Ovviamente il frequent flyer numero uno è Silvio Berlusconi. Il Cavaliere ama le comodità dell'Airbus 319 CJ da 50 posti: la sala riunioni, i lettini, gli schermi al plasma. Quando nel 2006 lasciò Palazzo Chigi, corse a comprarne uno tutto per sé. Appena tornato al potere, lo ha rivenduto: adesso può usare a piacimento l'ammiraglia di Stato. Le rotte favorite? Quelle per Olbia e Linate, a cui nell'ultimo anno si è aggiunta Napoli tra summit per i rifiuti e feste di compleanno. Segue Ignazio La Russa, che viene segnalato spesso con significative presenze femminili imbarcate al seguito. Il ministro della Difesa è maestro nelle trasferte che abbinano impegni ufficiali e comizi di partito. Il 24 maggio è atterrato a Grosseto per una breve visita alla base militare e successivo incontro di sostegno al candidato Pdl alla Provincia, per replicare l'accoppiata poche ore più tardi a Pisa.

Ma la passione ha contagiato tutto l'esecutivo. Un uso reso lecito dalle regole berlusconiane, che spesso ha il sapore dello spreco. Il ministro Stefania Prestigiacomo è finita fuori pista al rientro da un vertice ambientale a Varsavia, città ben collegata a Roma: un volo di linea avrebbe fatto risparmiare oltre 25 mila euro alla collettività. Maria Vittoria Brambilla a settembre era stata sorpresa su un Falcon di Stato tra Roma e Milano. La replica: 'Non c'era altro modo per raggiungere il forum europeo del turismo'. Raffaele Fitto spesso torna in Puglia con il jet blu mentre i leghisti non disdegnano un passaggio 'per questioni di sicurezza' sulla squadriglia degli 007. Grande consumatore di aerei di Stato è il presidente del Senato Renato Schifani, che lo usa per tornare a Palermo nel weekend: un privilegio riconosciuto al suo rango istituzionale. La scorsa settimana un Airbus lo ha portato a Mosca per una visita ufficiale, lo ha scaricato ed è tornato a Ciampino. Dopo 48 ore il jet è tornato in Russia per riportare a casa il presidente Schifani ma un'avaria lo ha costretto ad un atterraggio d'emergenza. Secondo le agenzie, l'Airbus di Stato era decollato alle 16.30: gli orari indicano un aereo Alitalia per Roma in partenza solo 60 minuti dopo. La missione del grande bireattore è costata quasi 100 mila euro, con Alitalia Schifani e il suo seguito ne avrebbero spesi circa 5 mila: in un momento di crisi, non sarebbe meglio attendere un'ora e risparmiare? In fondo Alitalia è stata soccorsa con denaro pubblico proprio perché compagnia di bandiera, peccato che ai nostri ministri piacciano più i Falcon: niente check in, niente code, si sale e si vola via. Nel blu dipinto di blu.

(03 giugno 2009)

 

CON PAPI SI VOLA

di Gianluca Di Feo

Lo stormo di Stato italiano è tra i più lussuosi d'Europa: dieci aerei,di cui otto modernissimi, invidiati da tutte le cancellerie. L'Air Force One Airbus 319 CJ da 48-50 posti prediletto da Silvio Berlusconi: un panfilo dei cieli, con tutti i comfort, dal telefono alla sala meeting, dai lettini alla tv. Al posto degli steward, marescialli in divisa di gala. Ci sono poi altri due Airbus più piccoli, con 36 magnifiche poltrone in pelle. Lussuoso anche l'allestimento dei 3 Piaggio 180 con interni in radica e 12 posti che si trasformano in letti per i viaggi intercontinentali. Ma i dieci jet non bastano per soddisfare le richieste dei politici e quindi si ricorre anche ai bimotori Piaggio 180, le "Ferrari dei cieli" che dovrebbero servire solo per i collegamenti militari.

 

 

 

 

 

 

 

2008-06-03

L'artista viaggiò sull'aereo di Stato prima che le norme

fossero rese meno restrittive. Ghedini: accuse da archiviare

Il premier rischia l'accusa di peculato

indagini sulla ballerina di flamenco

di MARINO BISSO

Il premier rischia l'accusa di peculato indagini sulla ballerina di flamenco

Villa Certosa

ROMA - Peculato o abuso d'ufficio. I reati sono al vaglio della procura di Roma che, a breve, potrebbe procedere alle prime iscrizioni sul registro degli indagati per l'utilizzo improprio degli aerei di Stato nell'ambito dell'inchiesta sui voli del premier Silvio Berlusconi.

Gli inquirenti dovranno accertare l'eventuale uso improprio dei voli istituzionali per accompagnare veline, personaggi dello spettacolo e amici privati a feste e cerimonie in Sardegna, a villa Certosa. Gli accertamenti sono scattati dall'esposto presentato dal Codacons che ha chiesto alla Corte dei Conti di valutare gli eventuali danni erariali. Nel caso in cui venissero ravvisate sospette irregolarità, il fascicolo aperto come "atti relativi" verrebbe trasformato in un procedimento con indagati.

In una prima fase, comunque, l'attività della procura si limiterà a verificare le norme che regolano l'uso degli aerei di Stato più restrittive all'epoca del governo Prodi rispetto a quelle varate dall'esecutivo Berlusconi nel 25 luglio 2008. Non verranno svolti, invece, atti istruttori come l'acquisizione delle liste dei passeggeri dei voli o l'audizione di testimoni. Non verrà sentito quindi il fotografo Antonello Zappadu che ha ritratto il cantante Mariano Apicella assieme a una ballerina di flamenco mentre scende dall'aereo presidenziale con a bordo Berlusconi. Secondo il fotoreporter, quella immagine sarebbe stata scattata il 24 maggio 2008. Allora era ancora in vigore il decreto del governo Prodi, che limitava l'uso degli aeromobili di Stato "esclusivamente alle personalità e ai componenti della delegazione della missione istituzionale".

Nel 2007 la procura di Roma aveva già esaminato la normativa sugli "aerei blu". I pm chiesero l'archiviazione per l'ex vicepresidente del consiglio Francesco Rutelli e l'ex ministro della giustizia Clemente Mastella del governo Prodi dopo averli indagati per aver utilizzato un volo di Stato per portare ospiti e collaboratori al Gran Premio di Monza. Ora gli atti del fascicolo verranno riletti dai magistrati che si sono imbattuti nell'esposto sugli aerei di Berlusconi e che potrebbero chiederne l'archiviazione oppure formalizzare i primi indagati.

L'eventuale iscrizione del primo ministro, oltre a essere motivata da ragioni difensive, sarebbe comunque un atto preliminare al trasferimento del fascicolo al Tribunale dei ministri. In ogni modo la procura dovrà esprimere un parere per chiedere l'archiviazione oppure per sollecitare nuove indagini nei confronti di Berlusconi.

"Sono certo che l'inchiesta verrà archiviata - spiega Niccolò Ghedini, legale del premier Berlusconi - Il fascicolo potrebbe essere anche chiuso prima di essere inviato al Tribunale dei Ministri. Anche nel caso in cui, per scrupolo, i pm ritenessero di dover disporre accertamenti e dover iscrivere d'ufficio il premier, per abuso d'ufficio o peculato, ritengo che il fascicolo sarebbe archiviato come già successo per altri casi valutati dal Tribunale dei Ministri".

(3 giugno 2009)

 

 

 

 

 

Il retroscena. Ospiti trasportati anche in elicottero tra le immagini di Zappadu

Una signora senza nome appare tra i soggetti più ripresi dal fotoreporter Antonello Zappadu

Ma tra le foto di Villa Certosa

ci sono scatti sfuggiti al sequestro

dal nostro inviato PAOLO BERIZZI

Ma tra le foto di Villa Certosa ci sono scatti sfuggiti al sequestro

Apicella sbarca dall'aereo di Stato

PORTO ROTONDO - Quali sono le fotografie che Silvio Berlusconi teme davvero? Non le "ninfe" che si rinfrescano e giocano nel parco di villa Certosa. Non Noemi Letizia che assieme all'amica Roberta e a una covata di altre fanciulle si prepara al gran festone di Capodanno denominato la "cena dei cento". Nemmeno, a questo punto, gli ospiti più o meno d'onore - il cantautore personale Mariano Apicella, la ballerina di flamenco, altri musicisti e bellezze varie - ai quali il premier offre passaggi, da e per la Sardegna, con i voli di Stato.

Di materiale fotografico potenzialmente "scomodo" ce ne sarebbe altro. Scatti rimasti fuori dal provvedimento di sequestro disposto dalla Procura di Roma, e che proprio per questo, ora, inquietano lo staff del presidente del consiglio. Nel mirino del fotoreporter Antonello Zappadu sono finiti altri passeggeri ospitati dal premier a bordo della sua flotta aerea. Dall'airbus di Stato con impressa sulla fusoliera la scritta "Repubblica italiana" agli elicotteri che tutto l'anno, soprattutto d'estate, fanno la spola tra Arcore, Roma e Olbia. In particolare un'ospite: una donna sulla quarantina che ricorre, quasi sempre da sola, in diversi sbarchi e imbarchi. Trattata con particolare riguardo dal personale di scalo e dall'entourage del presidente del consiglio. In una sequenza scattata da Zappadu nella primavera del 2008, la si vede sulla pista dell'aeroporto Olbia-Costa Smeralda mentre sale sull'aereo di Stato: addirittura quaranta minuti prima dell'arrivo di Berlusconi e dei suoi collaboratori.

Una bella donna, bruna, sempre in tailleur. E' tardo pomeriggio quando accede all'aereo e poi riesce per accendersi una sigaretta, protetta dalla calotta in plastica della scala. Dopo oltre mezz'ora - lei ha già preso posto sul velivolo - in pista si materializza il corteo di auto di Berlusconi e della sua delegazione. In altre foto c'è sempre lei, stavolta mentre sbarca dall'elicottero atterrato nell'eliporto privato di villa Certosa. E anche qui lo zoom di Zappadu ci mette il becco.

Chi è la protagonista del blocco di foto che i legali del premier, dopo l'esposto presentato nel tribunale capitolino, pensavano di "intercettare" e dunque "visionare" assieme al mazzo di 300 scatti firmati dal reporter olbiese? Si tratterebbe - conferma una fonte dell'aviazione generale (aerei privati) dell'aeroporto - di una passeggera con la quale gli uomini che accolgono gli ospiti del premier si mostrano particolarmente premurosi.

E' questo il nuovo nodo che aggroviglia la matassa fotografica che vede contrapposti da una parte palazzo Chigi e dall'altra il fotografo che da tre anni scava nella vita sarda del proprietario di villa Certosa. In mezzo due procure, quella di Roma e, da oggi, quella di Tempio Pausania. I magistrati si preparano a lavorare su due topos geografici. L'aeroporto di Olbia con i suoi 14 mila voli privati l'anno - il 70 % d'estate, una cinquantina circa quelli effettuati dagli aerei di Stato del capo del governo. E villa Certosa con i suoi 80 ettari di parco, le spiaggette private, i laghi artificiali, le piscine, le ville e villette dove alloggiano Berlusconi e i suoi ospiti. Le "pertinenze" più importanti sono la villa padronale, quella detta "dei carrubbi" e una terza dimora che confina con il residence del Country club ovvero il complesso dove sorge uno dei luoghi prediletti dello svago berlusconiano. La discoteca Country (il patron è Roberto Fantauzzi, compagno di Serena Autieri). Qui, tra tappeti orientaleggianti, drappi, cuscini e candele, il premier fa spesso capolino nelle notti d'estate. Il privé della discoteca, ironia del caso, si chiama Harem.

(3 giugno 2009)

 

 

 

 

 

 

2008-06-01

Interrogazione del Pd: "Vogliamo sapere criteri e regole"

Di Pietro: "Usati per portare veline e cantastorie"

Voli di Stato, l'opposizione attacca

Berlusconi: "Contro di me calunnie"

Il premier: "Giornali stranieri sono collegati con quelli della sinistra"

Voli di Stato, l'opposizione attacca Berlusconi: "Contro di me calunnie"

ROMA - Non accena a palcarsi lo scontro politico su veline e voli di Stato. Con l'opposizione che alza la voce e chiede spiegazioni sui presunti "ospiti" che hanno volato con Silvio Berlusconi sugli aerei riservati all'entourage autorizzato. A partire dal chitarrista personale del Cavaliere, Mariano Apicella. E con il premier che continua a parlare di "calunnie" e attacca la sinistra che ha per carta dei valori "Novella 2000" e i giornali stranieri che l'hanno attaccato.

Id e Idv all'attacco. "Voli di Stato utilizzati per trasportare persone prive di incarichi pubblici e invitati a partecipare ad eventi privati? Quali sono i criteri e le regole che la Presidenza del Consiglio ha adottato per determinare le modalità e i limiti nell'uso dei suddetti voli?". Il Pd, con un'interrogazione chiede chiarimenti. I Democratici "interrogano il governo per sapere se corrisponde al vero che i voli di Stato della Presidenza del Consiglio sarebbero stati utilizzati per trasportare persone prive di incarichi pubblici invitate a partecipare ad eventi privati; quali siano i criteri e le regole che la Presidenza del Consiglio ha adottato per determinare modalità e limiti nell'uso dei suddetti voli di Stato".

All'attacco anche Antonio Di Pietro che punta il dito contro il governo Berlusconi "che spende i soldi

per la casta, invece che per i cittadini che ne hanno bisogno". Parole unite alla presentazione di un'interrogazione parlamentare "contro i privilegi della casta" e sull'utilizzo dei voli di Stato "per portare veline e cantastorie nelle ville private, a rallegrare le serate di questo o quel satrapo di turno". "Nulla è cambiato, dai tempi di Craxi" insiste Di Pietro ricordando quando il leader socialista usò l'aereo di Stato per portare i familiari in Cina.

Si muove anche il Codacons che annuncia la costituzione di parte civile nel procedimento aperto dalla Procura di Roma.

Berlusconi contro la sinistra. "Ho già chiarito tutto, non c'è niente da chiarire. Non c'è nessun caso veline, calunnie pure che si ritorceranno contro chi le ha agitate". Berlusconi torna così sul caso 'Noemi' e sul processo Mills. Sostendo che i giornali stranieri che l'hanno attaccato "sono in collegamento con i giornali della sinistra". Compreso il Times che l'ha criticato con un editoriale. Infine l'affondo contro l'opposizione: "Credo che si sia davvero toccato il fondo. Sono i giornali della sinistra che hanno riempito il vuoto di programma della sinistra con il gossip. La carta valori della sinistra ormai è Novella 2000. Ma gli si ritorcerà contro". Immancabile il sondaggio che, assicura il Cavaliere, fotografa una popolarità che tocca quota 73%.

(1 giugno 2009)

 

 

 

 

 

Il nuovo volto del potere

di GIUSEPPE D'AVANZO

IL "caso Berlusconi" svela da oggi anche altro e di peggio. Ci mostra il dispositivo di un sistema politico dove la menzogna ha, non solo, un primato assoluto, ma una sua funzione specifica. Distruttiva, punitiva e creatrice allo stesso tempo. Distruttiva della trama stessa della realtà; punitiva della reputazione di chi, per ostinazione o ingenuità o professione, non occulta i "duri fatti"; creatrice di una narrazione fantastica che nega eventi, parole e luoghi per sostituirli con una scena di cartapesta popolata di fantasmi, falsi amori, immaginari complotti politici.

E' stato per primo Silvio Berlusconi a muovere. Si scopre vulnerabile nelle condizioni di instabilità provocate dalle parole della moglie ("frequenta minorenni", "non sta bene") e fragile per la sua presenza nella peggiore periferia di Napoli a una festa di compleanno di una minorenne. E' dunque costretto a mostrare, senza finzioni ideologiche, il suo potere nelle forme più spietate dell'abuso e della pura violenza. E' già un abuso di potere (come ha scritto qui Alexander Stille) in un pomeriggio di autunno telefonare, da un palazzo di Roma e senza conoscerla, a una ragazzina che sta facendo i compiti nella sua "cameretta" per sussurrarle ammirazione per "il volto angelico" e inviti a conservare la sua "purezza". E' un abuso di potere ancora maggiore imporre ai genitori della ragazza di confermare la fiaba di "una decennale amicizia" con il premier, nata invece soltanto sette mesi prima grazie a un book fotografico finito non si sa come sullo scrittoio presidenziale.

E' pura violenza pretendere che gli si creda quando dice: "Io non ho detto niente". Tutti abbiamo sentito Berlusconi dire, spiegare, raccontare in pubblico e soprattutto contraddirsi e mentire. Ora egli pretende che il potere delle sue parole sulla realtà e sui nostri stessi ricordi sia, per noi, illimitato e indiscusso. Esige che noi dimentichiamo ciò che ricordiamo e crediamo vero ciò che egli dice vero e noi sappiamo bugiardo. Non ha detto niente, no? Berlusconi chiede la nostra ubbidienza passiva, l'assuefazione a ogni manipolazione anche la più pasticciata. Reclama una sterilizzazione mentale (e morale) dell'intera società italiana.

Già basterebbe questo atto di pura violenza per riproporre le dieci domande a cui il capo del governo non vuole dare risposta da più di due settimane perché, palesemente, non è in grado di farlo. Se lo facesse, potrebbe compromettere se stesso, rivelare abitudini e comportamenti in rumorosa contraddizione con il suo messaggio politico (Dio, patria, famiglia).

C'è altro, però. Berlusconi sa che questa prova di forza non lo mette al sicuro dal potenziale catastrofico della "crisi di Casoria". Sa che spesso i fatti sono irriducibili e hanno la tendenza a riemergere. Sa che per distruggere quella realtà minacciosa, deve distruggere presto e nel modo più definitivo chi la può testimoniare. Anche in questo caso il premier ha deciso di muoversi con un canone di assoluta violenza. E' quel che accade in queste ore. Per raccontarlo bisogna ricordare che i giorni non sono passati inutilmente perché hanno offerto a chi ha voglia di sapere e capire qualche accenno di "verità".

Veronica Lario dice a Repubblica che il premier "frequenta minorenni". Berlusconi nega dinanzi alle telecamere di Porta a porta di frequentare minorenni.

Mente, ora è chiaro. Ci inganna intenzionalmente e consapevolmente, ben sapendo che cosa vuole deliberatamente nascondere. Ha frequentato la minorenne di Napoli come altre minorenni hanno affollato le sue feste e affollano i suoi weekend nella villa di Punta Lada in Sardegna. Dov'erano quelli che oggi minimizzano la presenza di ragazzine alla corte di un anziano potente di 73 anni quando quel signore negava di "frequentare minorenni"?

Un secondo punto, fermo e indiscutibile, è l'inizio dell'amicizia con Noemi, la ragazza napoletana. La retrodatazione del legame tra il premier e la famiglia della ragazza al 1991 si è rivelata posticcia e contraddittoria. I suoi incontri con la minorenne, anche in assenza dei genitori, sono stati documentati (Villa Madama; Capodanno 2009 a Villa Certosa). L'inizio dell'affettuosa e paterna amicizia tra il capo del governo e la minorenne è stata testimoniata dall'ex-fidanzato della ragazza, confermato da una zia di Noemi, fissato nell'autunno del 2008.

Contro questi "punti fermi", che lasciano il premier nudo con le sue bugie, si è scatenata una manovra utile a scomporre, ricomporre e confondere i fatti in un caleidoscopio mediatico di immagini false dove l'arma è la menzogna e gli armigeri sono i giornalisti stipendiati dal capo del governo, dimentichi di ogni deontologia professionale e trasformati in agenti provocatori; i corifei del leader, forti dell'immunità parlamentare e disposti a ogni calunnia. Buon'ultima Daniela Santanché che accetta di fare, nell'interesse del Capo, il lavoro sporco di diffamarne la moglie ("ha un compagno"). Chiunque, in questo affare, abbia portato il suo granellino di verità viene ora sottoposto a un pubblico rito di degradazione fabbricato con un violento uso della menzogna.

Il primo assalto è toccato a Repubblica investita, dall'editore all'ultimo cronista che si è occupato del "caso", da un'onda di panzane. Prima il complotto politico (ma la polemica sulle veline è stata sollevata dal think tank di Gianfranco Fini). Poi la bubbola del pagamento del testimone (Gino Flaminio) che colloca la prima telefonata di Berlusconi a Noemi alla fine del 2008. L'accusa la grida in tv il ministro Bondi. Qualche giorno prima che un allegro commando di redattori del giornale della famiglia Berlusconi si scateni contro Flaminio allungandogli un paio di centoni "per l'incomodo" e realizzando la ridicola impresa di essere i soli a pagare l'ingenuo Gino. Che, anche se spaventato e intimorito, dice, ridice e conferma in tre occasioni di "non aver avuto un centesimo da Repubblica". Non è finita. Uguale trattamento viene inflitto al fotografo che ha immortalato, nell'aeroporto di Olbia, lo sbarco da un aereo di Stato delle ragazze (alcune, appaiono da lontano minorenni) invitate a allietare il fine settimana del presidente del consiglio. Infilato prima in una trappola dall'house organ di Casa Berlusconi, denunciato poi per truffa (improbabile reato) dall'avvocato del premier, la procura di Roma decide di sequestrare sia le immagini illegittime (scattate verso il patio di Villa Certosa) sia le foto legittime (raccolte in un luogo pubblico).

Siamo solo all'interludio perché il colpo finale, la menzogna usata come manganello punitivo, viene riservato alla prima e più autorevole testimone dell'instabilità psicofisica del premier e dei suoi giorni con le minorenni: Veronica Lario. Daniela Santanché (non è un'amica della Lario, non frequenta la villa di Macherio) svela a Libero che "Veronica ha un compagno". E, se "Veronica ha un compagno", come possono essere attendibili i suoi rilievi al marito? Il cerchio ora è chiuso. Il pestaggio menzognero è completo, anche se non concluso. Ciascuno ha cominciato ad avere quel che si merita.

Questo spettacolo nero ha il suo significato politico. Berlusconi vuole insegnarci che, al di fuori della sua verità, non ce ne può essere un'altra. Vuole ricordarci che la memoria individuale e collettiva è a suo appannaggio, una sua proprietà, manipolabile a piacere. Si scorge nella "crisi di Casoria" un uso della menzogna come funzione distruttiva del potere che scongiura l'irruzione del reale e oscura i fatti. Si misura l'impiego dei media sotto controllo diretto o indiretto del premier come fabbrica di menzogne punitive di chi non si conforma (riflettano tutti coloro che ripetono che ormai il conflitto d'interesse è stato "assorbito" dal Paese). E' il nuovo volto, finora nascosto, di un potere spietato. E' il paradigma di una macchina politica che intimorisce. C'è ancora qualcuno che può pensare che questa sia la trama di un gossip e non la storia di un abuso di potere continuato, ora anche violento, e quindi una questione che scrolla la nostra democrazia?

(1 giugno 2009)

 

 

 

 

 

La leader del Movimento per l'Italia: "La misura è colma. Silvio ha cercato di salvare la famiglia"

Il presidente del Consiglio: "Inaccettabili intrusioni nel privato, da parte di tutti"

Santanché: "Veronica ha un compagno"

Il premier: "Con foto toccato il fondo"

"Le foto? Le ho viste, sono talmente inutili, e prese contro ogni privacy"

Il figlio Luigi Berlusconi: "Non voglio essere strumentalizzato"

Santanché: "Veronica ha un compagno" Il premier: "Con foto toccato il fondo"

Daniela Santanché

ROMA - "Il presidente non ha sfasciato nessuna

famiglia, ma è Veronica Lario che da molto tempo ha un compagno". Lo afferma Daniela Santanchè in un'intervista a Libero. Secondo la leader del Movimento per l'Italia, Berlusconi "ha tentato di tutto per tenere ugualmente in piedi la famiglia. Ha rinunciato ad avere al fianco la sua donna, ha accettato che l'Italia non avesse una first lady, ha messo da parte il suo orgoglio di uomo". Replica il premier: con le foto "abbiamo toccato il fondo, basta con le incursioni nel privato". Quanto a Veronica, "sono affari di famiglia". In serata, un appello ai media di Luigi Berlusconi, il più giovane dei figli del presidente del Consiglio e Veronica Lario: "In questa vicenda non voglio essere strumentalizzato".

Berlusconi: "Abbiamo toccato il fondo". E in serata il presidente del Consiglio, durante una conferenza stampa al termine di un tour elettorale a Bari (dove è stato anche oggetto di contestazioni), così replica a un giornalista che gli chiede di commentare questa vicenda e quella delle foto sequestrate: "Non vorrei rispondere, davvero, siamo arrivati a toccare il fondo con questa intrusione, da parte di tutti, nel privato".

"Le foto, violazione del privato". Prosegue il premier: "Nessuno può accettare che da fuori casa tua, un fotografo arrivi a fotografarti dentro casa. Le foto ho potuto vederle, ed erano così inutili che un giornale della Mondadori ha sostenuto che non si potevano pagare neppure diecimila euro. Erano foto prese contro ogni privacy. E ricordiamo che la riservatezza e la privacy sono libertà fondamentali che fanno parte del più generale e importante diritto di libertà".

Su Libero: "Sono affari di famiglia". Berlusconi non cita espressamente sua moglie ma osserva: "Sono spiaciuto che si portino sulle prime pagine dei giornali situazioni che dovrebbero attenere esclusivamente alla vita di una famiglia. Tutto qui". E poi: "Io credo davvero che non si possa accettare che si continui con questo sistema per cui nessun cittadino italiano, quando solleva un telefono, è sicuro di parlare riservatamente con i propri cari e la propria moglie".

Santanchè: "Un patto con Veronica". Quanto all'intervista pubblicata da Libero, Santanché spiega: "Con la moglie (Berlusconi, ndr) ha fatto un patto: andiamo avanti, non sfasciamo tutto, ha pensato ai figli, ai nipotini. Cosa gli sarebbe costato divorziare e rifarsi una famiglia, un amore? Il battito di un ciglio e la questione era risolta. E invece nulla". A Libero Daniela Santaché rivela nome, cognome, età e professione dell'uomo che, secondo le sue parole, sarebbe il compagno di Veronica Lario. E si schiera nettamente con il presidente del Consiglio, sostenendo che "ha fatto quello che pochi uomini, soprattutto nelle sue condizioni, avrebbero il coraggio di fare". Ovvero, "accettare ciò che pochi uomini accettano".

"Ecco il compagno di Veronica". "Alberto Orlandi, 47 anni, capo della sicurezza di Villa Macherio", dice la leader del Movimento per l'Italia, sarebbe il compagno di Veronica Lario. E spiega al quotidiano di Vittorio Feltri di essersi decisa a rendere nota questa circostanza per l'insistenza con la quale viene condotta la campagna mediatica contro il premier: "Ogni mattina apro i giornali e leggo di Berlusconi di qua e Berlusconi di là. E ogni mattina spero di trovare quella verità che io so e che ribalterebbe tutto, ogni giorno spero che il presidente abbia la forza di farlo, di dire. E invece niente. Il Paese poteva essere travolto da un finto scandalo, l'immagine internazionale sta per essere compromessa. Non è più accettabile, sopportabile. Sono certa che la misura è colma, che il gioco è truccato".

Luigi Berlusconi: "Non voglio essere strumentalizzato". Il più giovane dei tre figli del presidente del Consiglio e di Veronica Lario ha rivolto un appello ai media con il quale chiede di non essere coinvolto e strumentalizzato nella vicenda che riguarda i suoi genitori. "Sono intervenuto per l'attacco a Silvio Berlusconi nel suo ruolo di padre - dice, riferendosi a quando, insieme ai fratelli, difese il genitore dalle accuse di Dario Franceschini - e non per schierarmi contro mia madre. Le mie frasi non volevano insinuare nulla di più di quello che ho detto. Non voglio prendere le parti né dell'uno né dell'altra e non voglio che le mie parole vengano estrapolate dal contesto in cui sono state dette e dal significato con cui sono state pronunciate Spero che per rispetto mio come figlio e come persona i giornali e la politica evitino di coinvolgermi ulteriormente". Un riferimento, probabilmente, a un passaggio dell'articolo di Libero (che contiene l'intervista a Santanché) in cui si parla dell'"atteggiamento dei figli del premier" sottolineando come si siano "schierati al fianco del padre senza se e senza ma" e "di fronte al dolore della mamma tradita" abbiano scelto "di stare col primo senza neppure una parola di solidarietà per la seconda".

(31 maggio 2009)

 

 

 

 

Dal SITO INERNET de L'ESPRESSO

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/com-e-veramente-andata/2100505

Com'è veramente andata

di Marco Lillo

L'espresso non ha mai offerto un euro per ottenere interviste piccanti su Silvio Berlusconi. Al contrario ha rifiutato l'offerta di un'intervista a pagamento sulla relazione sentimentale del presidente con una stellina del Grande Fratello, Laura Drezwycka. Non solo. Ha chiaramente detto all'agenzia che offriva il presunto scoop (rivelatosi una tentata truffa, che dovrà essere valutata dagli organi competenti sotto il profilo penale e deontologico) di essere interessato solo a un'intervista di interesse pubblico, non pruriginosa, e soprattutto gratuita, nella quale la ragazza rivelava cose vere e verificabili.

L'espresso, dopo avere ascoltato quello che la ragazza aveva da rivelare, ha risposto che avrebbe pubblicato l'intervista solo gratuitamente e omettendo il versante più privato del racconto.

Di tutto quello che la ragazza aveva raccontato, è stato detto chiaramente alla ragazza e all'agente fotografico Roberta Arrigoni, L'espresso era interessato alla parte dell'intervista nella quale lei sosteneva di essere stata raccomandata per entrare nel "Grande Fratello".

Questo racconto era interessante per il pubblico del nostro settimanale perché sarebbe stato un elemento di prova del conflitto di interessi di Silvio Berlusconi. Il presidente del consiglio, che sostiene di non interessarsi più delle sue aziende, continuerebbe a determinarne le scelte editoriali entrando addirittura nei casting dei reality, per favorire qualcuno.

L'espresso ha detto chiaramente a Roberta Arrigoni che le rivelazioni piccanti della ragazza erano cose che potevano essere interessanti per i giornali di gossip e non per il nostro settimanale (e le domande che sono state fatte su questo versante erano tese solo a verificare la credibilità dell'affermazione della ragazza sulla sua relazione con Berlusconi).

 

L'espresso si è comportato in modo ineccepibile di fronte a un'offerta di una presunta testimonianza che era nostro dovere verificare.

Quello che emerge dalla ricostruzione dei fatti è inoltre un comportamento scorretto di chi ha organizzato, direttamente o indirettamente, un tentativo di trappola.

Ecco quello che è accaduto.

Il 27 maggio alle 12 Marco Lillo, autore con Peter Gomez e Caudio Pappaianni del servizio sul caso Noemi e sulla festa di Villa Certosa a Capodanno 2008, è stato contattato sul telefonino dalla signora Roberta Arrigoni dell'agenzia fotogiornalistica Unopress, mai sentita prima, che offriva notizie e fotografie riguardanti Silvio Berlusconi, senza essere mai stata sollecitata da L'espresso.

In particolare la Arrigoni sosteneva di essere in contatto con una ragazza (che poi si sarebbe rivelata essere Laura Drezwicka, protagonista del Grande Fratello) che voleva raccontare cose interessanti sui suoi rapporti con un importante personaggio identificabile in Silvio Berlusconi.

La titolare dell'agenzia fotografica sosteneva che la ragazza voleva essere pagata per le sue rivelazioni e subito Marco Lillo rispondeva che il settimanale non era disposto a pagare.

Il cronista chiedeva, visto che aveva come interlocutrice un'agenzia fotografica, se c'erano fotografie interessanti perché sarebbe stato possibile pagarle se fossero state di buona qualità e rilevanti sotto il profilo del pubblico interesse.

Arrigoni a quel punto sosteneva che Laura del Gf le aveva mostrato una fotografia sul cellulare interessante sotto questo profilo.

La stessa Arrigoni richiamava e poi in serata riconfermava l'interesse all'incontro da parte della sua cliente con un sms che fissava l'appuntamento per l'indomani, 28 maggio, al ristorante "La scialuppa" di Napoli alle 14 e 30.

L'agenzia sceglieva come luogo dell'incontro Napoli e determinava anche il ristorante: "La scialuppa", lo stesso ristorante dove proprio in quei giorni (si è appreso dopo) "Il Giornale" aveva organizzato un incontro con l'ex fidanzato di Noemi Letizia nel tentativo di fotografarlo mentre incassava dei soldi.

All'appuntamento al ristorante "La Scialuppa" i cronisti de "L'espresso" Marco Lillo e Claudio Pappaianni incontravano Roberta Arrigoni e Laura Drezwicka.

Nel colloquio Laura affermava di avere avuto una relazione con Berlusconi e di essere stata inserita nel cast del Grande Fratello della trasmissione grazie alle sue pressioni.

In particolare ha raccontato di avere avuto una relazione con il presidente che l'avrebbe portata ripetute volte in Sardegna a villa Certosa e l'avrebbe mantenuta per mesi donandole numerosi gioielli di grande valore, pagandole l'affitto a Roma e poi riempiendole l'armadio di abiti firmati.

I cronisti, per verificare la sua credibilità, le ponevano numerose domande anche sui suoi rapporti intimi con Berlusconi. Alla fine della conversazione con la ragazza, i giornalisti parlavano con Roberta Arrigoni dell'agenzia fotogiornalistica Unopress e le spiegavano chiaramente che non avrebbero pubblicato nulla sul versante intimo perché erano interessati alle dichiarazioni che avessero un risvolto di interesse pubblico.

Al termine dell'intervista i cronisti de "L'espresso" venivano seguiti in motorino da due individui a bordo di uno scooter che scattavano alcune fotografie.

(01 giugno 2009)

 

(01 giugno 2009)

L'UNITA'

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.unita.it

2008-06-04

Voli di Stato, Prodi attacca

"La legge del principe è diversa da quella del popolo". Lo dice Romano Prodi ai microfoni di Radio Capital, intervenendo sulla polemica sui voli di stato, dopo l'iscrizione da parte della procura di Roma di Silvio Berlusconi nel registro degli indagati per abuso d'ufficio.

L'ex presidente del Consiglio ricorda la sua scelta di ridurre i voli di Stato: "hanno cambiato la legge non so come, non so perché - spiega Prodi - so però che i voli di stato sono molto aumentati nonostante questo governo sia più sottile del nostro". Sull'indagine avviata dalla procura di Roma Prodi aggiunge: "se c'è stato un uso improprio dei mezzi di Stato vuol dire che la legge del Principe è diversa da quella del Popolo. Sarà la magistratura a fare chiarezza".

"Sulle indagini della magistratura sui voli di Stato non dico nulla. Poi se dietro la vicenda si nascondono degli illeciti, lo diranno i magistrati" ha detto invece Massimo D'Alema a Castrovillari a margine di una iniziativa elettorale del Pd. "Ciò su cui voglio dare un giudizio politico - ha aggiunto - è che le spese per i voli di stato, che con il governo Prodi erano arrivate a 23 milioni di euro, nell'ultimo anno sono schizzate a oltre 60 milioni. In un momento di grave crisi economica in cui si dice che bisogna ridurre la spesa pubblica e magari punire i dipendenti pubblici assenteisti, forse anche il Governo dovrebbe dare il buon esempio anzichè moltiplicare per tre le spese".

Intanto la Procura di Roma è intenzionata a chiedere al Tribunale dei ministri indagini mirate su diversi aspetti della vicenda dei

cosiddetti voli di Stato che hanno determinato, come atto dovuto vista la denuncia del Codacons, l'iscrizione del presidente del consiglio Silvio Berlusconi nel registro degli indagati per l'ipotesi di reato di abuso d'ufficio.

Gli accertamenti che sembra saranno sollecitati, secondo indiscrezioni trapelate, riguarderanno l'identificazione delle persone ospiti del premier che si trovavano a bordo dei voli diretti in Sardegna. Inoltre verrà verificata l'esistenza di autorizzazione dei piani di volo e da chi fu dato il via libera.

Secondo quanto si è appreso oggi a piazzale Clodio, il fascicolo è ancora sul tavolo del procuratore Giovanni Ferrara in attesa di essere inviato, per competenza, al collegio titolare dei procedimenti in cui siano coinvolti esponenti del governo nell'esercizio delle loro funzioni. Gli inquirenti non hanno ancora terminato di esaminare le centinaia di foto scattate da Antonello Zappadu. Terminata questa attività il fascicolo sarà trasmesso ai colleghi del tribunale dei ministri.

E intanto Berlusconi si difende. "Ancora una volta emerge la meschinità dei nostri avversari questa cosa sarà presto archiviata". Ma l'opposizione non pare intenzionata a fermarsi: "L'abuso dei voli di Stato è contro la moralità politica - dice il segretario del Pd, Dario Franceschini - La politica deve rispettare i contribuenti e non deve sprecare soldi"

04 giugno 2009

 

 

 

 

Voli di Stato troppo affollati Berlusconi indagato

di Daniela Amenta

La notizia bomba ieri sera sul tardi, con Berlusconi ancora non in onda su Porta a Porta, ma che, registrando, aveva detto non ci sarà alcuna indagine. La procura di Roma ha iscritto invece Silvio Berlusconi sul registro degli indagati per abuso d'ufficio in relazione all'uso improprio dei voli di Stato di cui si sarebbero serviti amici e ospiti del premier per raggiungere la sua residenza in Sardegna, Villa Certosa. Secondo fonti giudiziarie, l'iscrizione è un atto dovuto legato alla presentazione della denuncia del Codacons. Potrebbe seguire l’archiviazione, ma non subito.

I magistrati di piazzale Clodio, sull'argomento, hanno un precedente cui possono far riferimento: l'archiviazione, disposta mesi fa dal tribunale dei ministri, su richiesta dei colleghi ordinari dell'allora vicepremier Francesco Rutelli e dell'ex Guardasigilli Clemente Mastella, che utilizzarono un volo di Stato nel settembre del 2007 per portare un ospite quando presero parte alla cerimonia di premiazione del Gran Premio di Formula 1 a Monza. In quel caso, il collegio per i reati ministeriali scagionò i due indagati dall'accusa di abuso d'ufficio sostenendo che non costituisce reato dare un passaggio a un ospite se la finalità per cui è usato un volo di Stato è legittima.

Ma le vicende non sono tutte uguali e l’apertura di una indagine è l’ennesima ombra sul presidente del consiglio a due giorni dal voto europeo. Quel volo di Stato con Apicella, nel maggio del 2008, c’è stato. Ma a quanto risulta all’Unità anche qualche altro, prima che fosse resa più permissiva la legislazione in materia. Non solo chitarristi, ballerine, manager. Non solo familiari trasportati in Sardegna nonostante la flotta aerea personale del premier. Tra gli ospiti di Berlusconi a bordo del velivolo di Stato atterrato, questa volta, nell’agosto 2008 allo scalo di Olbia, c’era anche una signorina bruna trattata con particolare garbo dallo staff presidenziale. Trent’anni al massimo, fisico da pin-up, una maglietta e un paio di jeans, grandi occhiali scuri a coprirle il volto. Eppure c’è chi giura di averla riconosciuta al "Costa Smeralda".

Chi dice che la ragazza si chiami Sabina Began, meglio nota tra i gossippari romani come l’"Ape Regina", qualche film alle spalle (naturalmente targati Medusa, la casa cinematografica di "famiglia") e un’apparizione nella serie Casa Vianello di Mediaset. Per il resto molto foto hot in Rete, un tatuaggio con farfalla sulla caviglia dedicato a "SB, l’incontro che mi ha cambiato la vita", qualche dichiarazione piccante di troppo, e sembra una festa a Palazzo Grazioli con tanto di dedica musicale del Capo del Governo in versione Totò: "Tu si ‘na malafemmena".

In concomitanza con le foto scattate da Zappadu in luogo pubblico - aeroporto di Olbia - anche il "Costa Smeralda" da una ventina di giorni è diventato più blindato della norma, un’area off limits controllata da un gruppo di militari armato che sorveglia proprio la pista dove atterranno gli aerei di Stato. Qualunque "oggetto estraneo", telecamera o macchina fotografica che sia, d’ora in poi verrà individuato in un battibaleno. E anche la Torre di Controllo segue quasi alla cieca l’itinerario dei velivoli istituzionali assegnati al Capo di Stato, al premier e ai presidenti di Camera e Senato. Ogni volo ha un codice da trascrivere possibilmente con una matita sul diario di bordo, un matita e non una penna, per cancellare così il tracciato e tutelare al massimo la privacy di chi è a bordo e l’itinerario percorso. Blindatura massima, con buona pace del diritto di cronaca. Sui voli di Stato parla per tutti l’onorevole Ghedini che sbriga la faccenda telegraficamente. "C’era Apicella? C’era altra gente? Nessun problema basta che a bordo ci fosse anche Berlusconi. Ha dato loro un passaggio".

Ospiti in pigiama

Dice proprio così il legale-parlamentare che ha visionato anche le foto di Antonello Zappadu scattate alla Certosa ma ha ravvisato solo "ospiti in pigiama" a passeggio per il parco. Tuttavia contro il reporter rimangono le accuse pesanti mosse proprio da Ghedini. Tentata truffa, in primis. Solo per un pigiama? Il reporter sardo che già nel 2007 aveva pizzicato il premier in allegra compagnia, scuote la testa. "Ma quale truffa. Io sono rimasto tre ore negli uffici della direzione di Gente. L’accordo era quasi fatto. Cercavano la foto di Noemi".

04 giugno 2009

 

 

 

Veltroni: "La destra sta costruendo un paese violento"

"Per questo nostro grande e sfortunato paese il Partito Democratico è la principale speranza. Non è solo il mondo a guardarci con preoccupazione e disagio. È la sensazione che vive ciascun italiano, chiunque ami davvero la sua Patria". Così l'ex segretario del Pd Walter Veltroni rivolge su Facebook il suo appello al voto, nel quale accusa la destra di costruire "un paese violento".

"È capitato molte volte - afferma Veltroni - nella storia di questo paese che a questa coscienza non si accompagnassero comportamenti elettorali conseguenti. E così si sono vissute stagioni politiche che, specie nelle loro fasi conclusive, hanno prodotto crisi profonde. Crisi sociali e crisi del modo di pensare. Spesso una eclisse di quei valori: il senso di solidarietà, la rettitudine, il talento, l'operosità, la generosità individuale e collettiva che hanno accompagnato i momenti migliori della nostra storia nazionale, a cominciare dalla ricostruzione. Una società fondata sull'egoismo è una società violenta. La destra sta edificando un paese violento".

"Violenza reale - sostiene l'ex leader Pd - mai così diffusa. E violenza nei rapporti tra le persone. Il paese è tornato a vivere nell'odio e la frantumazione di ogni rete di relazione - tra giovani e anziani, tra italiani e immigrati, tra deboli e forti, tra Nord e Sud - spezza l'anima migliore della nostra Italia". Veltroni evidenzia la necessità di girare pagina, a partire dal voto di sabato e domenica, sostenendo che "un voto perso al Pd rallenta questo possibile e urgente sbocco della crisi italiana".

"Non so - aggiunge Veltroni - quanto tempo ci vorrà, ogni giorno che passa così è un giorno perduto per le nuove generazioni, ma il paese girerà pagina. E quando lo farà dovrà trovare il riformismo, ciò che ha conosciuto a sprazzi, ciò che è stato sempre interrotto da reazioni e conservatorismi. Il riformismo, come quello che mostra il suo volto, nel disegno di un mondo nuovo di Barack Obama. Il riformismo, l'unica soluzione perchè questo paese ritrovi le virtù civili e il senso di giustizia che oggi appaiono sepolte". Ma il riformismo "non è una etichetta falsificabile. Il riformismo è coerenza, è coraggio del cambiamento, è sfida ad un vecchio mondo. Ed è, soprattutto, una grande strategia".

"Un progetto politico - sostiene l'ex segretario del Pd - che deve vivere nella società, che ha bisogno per affermarsi di essere coltivato con amore e disinteresse da parte di tutti. Il riformismo può e deve essere la speranza per un paese che acquisisca progressivamente consapevolezza della devastazione prodotta da un lungo ciclo della destra. Dopo quasi dieci anni di governo, più di Reagan e della Thatcher, senza aver conosciuto riforme importanti il paese avrebbe ora bisogno di una stagione di ripresa, di serenità, di legalità e di diritti. Avrebbe bisogno di un patto tra produttori per garantire la crescita e il lavoro". E, continua, "avrebbe bisogno di politici capaci di mettere al primo posto gli interessi generali e, così, di riformare insieme le istituzioni e renderle ciò che oggi non riescono ad essere fino in fondo: moderne , efficienti, espressione della democrazia del nuovo secolo". Per questo, è l'appello finale di Veltroni, "il voto al Partito Democratico è essenziale. Nessuna demagogia porterà il paese fuori da questo tunnel. Solo il riformismo salverà l'Italia e la terrà saldamente agganciata all'Europa".

 

 

 

2009-06-02

Voli di Stato, in campagna elettorale La Russa super star

di Toni Fontana

Noi non sappiamo chi sono. Auto blu, vetri scuri. Arrivano fin sotto la pancia dell’aereo e spariscono all’interno..". Il soldatino che incontriamo a Ciampino, non sa di più e non può sapere. Qui, al 31° stormo, si fanno poche domande. I Vip sono di casa: capi di stato, presidenti, generali ed emissari che partono per missioni riservate. Da qualche tempo il via vai è diventato frenetico. Il ministro della Difesa La Russa parte quasi tutti i giorni: il 15 maggio è a La Spezia, il 19 si reca in visita al 6° stormo, il 22 va alla festa degli Alpini a Pinerolo, il 25 a Pisa e Grosseto, il 26 a Cameri e così via.

Gli impegni del ministro, guardacaso, gli impegni del ministro sono tutti concentrati nell’Italia nord-occidentale dove La Russa, unico ministro candidato alle europee nel Pdl, figura al secondo posto nella lista subito dopo Berlusconi. La Russa è infatti un ministro "double face". Nelle basi dell’Aeronautica militare che ha recentemente visitato (Grosseto, Cameri, Ghedi) si trattiene "mezz’ora", stringe una decina di mani e poi, messi da parte i panni di responsabile della Difesa, si trasforma nel candidato Pdl e si immerge in vorticosi tour elettorali. Quando ad esempio è andato a Pinerolo ha poi raggiunto Alessandria (120 chilometri) per sostenere la candidatura di un esponente locale del Pdl alle provinciali. I voli di stato insomma servono per trasportare il ministro-candidato nel suo collegio elettorale.

Ma La Russa non ha il monopolio. Anzi, da quando, nell’agosto del 2008, il governo ha posto fine alle restrizioni imposte dal governo Prodi (che avevano ridotto le spese) e deciso il "tutti a bordo", è iniziata la caccia al posto negli aerei di Stato. Nel primo quadrimestre del 2009 i voli degli aerei di stato sono triplicati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si è così passati dalle 150 ore dei primi quattro mesi del 2008 alle quasi 500 ore di volo del 2009. "Il centrodestra batte il centrosinistra 3-1" scherza un addetto ai lavori. Nei suoi suoi uffici di piazza San Silvestro, a due passi da palazzo Chigi, un ufficiale dell’Aeronautica in congedo, il colonnello Di Cometo, smista le sempre più frequenti richieste di ministri e non solo.

È lui che compila le liste che il comandante dell’aereo conosce solo all’ultimo minuto. "Arriva un fax con la lista dei nomi, ma - dicono gli addetti ai lavori - noi sappiamo solo che c’è, per fare un esempio, "Schifani più dieci", non si specifica la qualifica e la ragione della presenza di quelle persone". Se la magistratura tenterà di accertare se sulla flotta di stato sono salite anche le partecipanti alle feste di villa Certosa non sarà difficile scoprire la verità.

Ogni volo "lascia tre tracce", tutto è registrato sul libretto dell’aereo e nella torri controllo. La flotta di stato comprende cinque aerei Falcon 900, due Falcon 50, due elicotteri Sh3D e 3 Airbus A319J, che possono portare tra i 30 e i 50 passeggeri.

02 giugno 2009

 

 

 

 

Veline in volo, inchiesta della Procura di Roma

di Claudia Fusani

Tentata truffa, violazione della privacy, peculato: si moltiplicano le inchieste provocate dagli scatti "proibiti" del fotoreporter sardo Antonello Zappadu. E monta il putiferio politico con strascichi parlamentari: Pd e Idv sono molto agguerriti nel chiedere spiegazioni su come sono regolati i voli di stato e quanto costano ai cittadini.

È la procura di Roma l’ufficio competente per valutare se il premier ha commesso il reato di peculato trasportando su aerei militari, con piani di volo coperti dal segreto, amici, cuochi, cantastorie e giovani amiche, persone che non avrebbero alcun titolo per approfittare di quei voli. L’ufficio del procuratore Giovanni Ferrara era al lavoro anche ieri nonostante il ponte del 2 giugno. L’apertura del fascicolo, "atti relativi senza ipotesi di reato" tengono a precisare, è un "atto dovuto" che nasce dalla denuncia del Codacons. Non costituiscono - si spiega - notizia di reato le foto di Zappadu ("che questo ufficio non ha mai visto e che saranno trasmesse per competenza alla procura di Tempio Pausania") in cui si vedono scendere dagli aeromobili con le insegne della Presidenza del Consiglio il cantastorie Mariano Apicella e ad altri ospiti. E non costituiscono notizia di reato le dichiarazioni di Apicella che ammette di aver volato più volte su quegli aerei. Palazzo Chigi in serata precisa: "E’ tutto in regola, e non ci sono sprechi".

"Questa mattina abbiamo depositato gli atti in Procura - spiega il presidente Codacons Carlo Rienzi - compreso il ricorso al Tar del Lazio contro la delibera del presidente del Consiglio che estendeva la possibilità di utilizzo dei voli di Stato anche a persone estranee alle delegazioni". Il Codacons interpella anche la Corte dei Conti "affinché valuti eventuali sprechi di denaro pubblico".

Ciondoli a forma di farfalla, candidate-veline, il caso Noemi, le feste a villa Certosa, la denuncia della moglie Veronica: il vorticoso mese pubblico-privato del premier finisce per incrociare le inchieste della procura. Che potrebbero chiudere tutto per sempre. O anche aprire altri scenari. La situazione, al momento, vede tre fascicoli aperti e una serie di segnalazioni-esposti sempre alla procura di Roma circa la presenza - presunta - di minorenni a villa Certosa che ancora però non hanno preso la forma di un fascicolo. E chissà se mai la prenderanno.

Tre fascicoli

Due dei tre fascicoli sono a Roma. Nel primo è indagato Zappadu per tentata truffa. Un’ipotesi che, secondo gli inquirenti, ruota intorno alla bozza di contratto che il fotoreporter dice di aver inviato a "Gente" per la vendita delle foto al prezzo di un milione e mezzo di euro e che poi è stata inviata, come prova di trattativa in corso, anche a "Panorama". "Quella bozza di contratto, però - spiegano gli investigatori - non risulta essere mai stata spedita a "Gente"". Il secondo fascicolo riguarda i voli di stato. La procura vuole prima di tutto capire se è stata violata la norma, e cioè se Apicella e amici hanno titolo per salire a bordo di quegli aerei. Palazzo Chigi infatti ha modificato (22 agosto 2008) l’ammissione a bordo dei voli di Stato che era stata ristretta, con un risparmio di circa 30 milioni di euro l’anno, dal governo Prodi. Adesso "l’imbarco è consentito anche a personale estraneo purché accreditato". E il numero dei decolli è triplicato. Se si sostanzia l’ipotesi di reato, il fascicolo sarebbe comunque trasmesso al Tribunale dei Ministri.

Infine la terza inchiesta, la più scottante. Le foto e il fascicolo per violazione della privacy saranno trasmessi alla procura di Tempio, competente per tutto quello che avviene a Villa Certosa. Sempre che spulciando tra uno scatto e l’altro il procuratore D’Onofrio non ritenga di allargare le ipotesi di reato.

02 giugno 2009

 

 

 

 

 

2009-06-01

Via vai sull'aereo di Stato: tutti "gli ospiti" del premier

Saranno trasmessi alla procura di Tempio Pausania, a partire da mercoledì prossimo, gli atti e le foto sequestrate dalla procura di Roma al fotografo Antonello Zappadu che ritraggono ospiti del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Villa Certosa.

Le uniche foto visionate dal procuratore Giovanni Ferrara sono quelle consegnate dall'avvocato Niccolò Ghedini la scorsa settimana allegate alla denuncia presentata dal legale del premier. Le altre centinaia di foto sequestrate dai carabinieri, saranno inviate a partire da dopodomani perché le stesse foto giungeranno solo oggi a piazzale Clodio. Zappadu è indagato per violazione della privacy e tentata truffa.

Intanto non si placano le polemiche sui voli di Stato utilizzati da persone prive di incarichi pubblici. Il Pd ha rpesentato un'interrogazione parlamentare. "Voli di Stato utilizzati per "trasportare persone prive di incarichi pubblici e invitati a partecipare ad eventi privati"? Quali

sono i criteri e le regole che la Presidenza del Consiglio ha adottato per determinare le modalità e i limiti nell'uso dei suddetti voli?" è scritto nell'interrogazione firmata dai vicepresidenti Marina Sereni e Gianclaudio Bressa e dai deputati Ettore Rosato, Emanuele Fiano, Federica Mogherini, Roberto Zaccaria e Sesa Amici, chiede anche alla Camera, come al Senato, chiarimenti sull'utilizzo dei voli di Stato. I democratici "interrogano il governo per sapere se corrisponde al vero che i voli di Stato della Presidenza del Consiglio sarebbero stati utilizzati per trasportare persone prive di incarichi pubblici invitate a partecipare ad eventi privati; quali siano i criteri e le regole che la Presidenza del Consiglio ha adottato per determinare modalità e limiti nell'uso dei suddetti voli di Stato".

I voli di Stato sono garantiti dalla Cai (servizi segreti), dallo stormo dell’aeronautica e da aerei di compagnie private. E sono regolati da precise ordinanze della Presidenza del Consiglio. Tra il 2002 e il 2005, il precedente governo Berlusconi, la voce di spesa per i voli di Stato era lievitata da 23 milioni nel 2002 a 65,5 milioni nel 2005, quasi 180 mila euro al giorno. Prodi e il sottosegretario Enrico Micheli misero regole ferree e la spesa scese a 43 milioni nel 2006 e a 35 nel 2007. Lo scandalo Mastella-Rutelli, pizzicati in arrivo con volo "ufficiale" al gran premio di Monza, provocò altre limitazioni.

Intanto la stampa estera torna ad attaccare Berlusconi. "Berlusconi deve rispondere alle accuse di essere un donnaiolo e a quelle su comportamenti inappropriati. La qualità di governo non è un fatto privato": così il Times sul premier italiano, in un lungo editoriale intitolato "Cade la maschera del clown". "L'aspetto più di cattivo gusto del comportamento di Silvio Berlusconi non è che egli sia un buffone sciovinista - scrive il quotidiano - Nè che egli si accompagni con donne che hanno 50 anni meno di lui, abusando della sua posizione per offrire loro lavori come modelle, assistenti personali o persino, assurdamente, candidate per l'Europarlamento. La cosa più scioccante èl'assoluto disprezzo con cui tratta gli italiani".

"L'anziano libertino può trovare divertente, o anche temerario, fare la parte del playboy, vantandosi delle sue conquiste, umiliando sua moglie, o facendo commenti che per molte donne sono inappropriati in maniera grottesca. Non è il primo o il solo il cui comportamento privo di dignità sia inappropriato per la sua carica. Ma quando vengono poste domande legittime su rapporti che toccano lo scandaloso e i quotidiani lo invitano a spiegare delle associazioni che, nella migliore delle ipotesi, lasciano perplessi, la maschera del clown cade".

"I giornali stranieri sono in collegamento diretto con i giornali della sinistra italiana: sono cose ispirate e insufflate dalla sinistra italiana" ha replicato il premier.

 

01 giugno 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2008-06-04

Voli di Stato, Berlusconi indagato. Ma è "atto dovuto"

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4 giugno 2009

Il nome del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sui voli di Stato.

Si tratta, sottolineano fonti giudiziarie, di un atto dovuto. L'inchiesta è stata avviata dopo la denuncia presentata dal Codacons sul trasferimento in Sardegna di ospiti del premier su velivoli dell'Aeronautica militare. L'ipotesi di reato è quella di abuso d'ufficio.

"Sono soddisfatto di vedere che ancora una volta emerge chiara la meschinità dei nostri avversari - ha dichiarato il premier durante un collegamento telefonico con l'emittente Telelombardia - Questa cosa non significa niente e l'indagine sarà prontamente archiviata". Berlusconi ha spiegato che "c'è una norma promossa dalla presidenza del Consiglio che chiarisce bene che il presidente del Consiglio, che deve quasi per forza usare i voli di Stato per la sua sicurezza, può portare con sé a costo zero chi ritiene che sia da portare".

La stessa posizione il premier l'ha ribadita nel salotto di "Porta a Porta": "Sono nella tranquillità più assoluta perché abbiamo seguito le regole", ha detto Berlusconi. Si tratta di "cose molto meschine" perché un premier è costretto per ragioni di sicurezza ad usare voli di Stato.

"E se qualche volta - ha aggiunto - su questi aerei c'è qualche passeggero in più non costa una lira perché l'aereo è già impiegato in quel tragitto: è questione di praticità e pragmatismo".

Alla procura di Roma c'è molta prudenza. L'indagine potrebbe presto riguardare, almeno come atto dovuto, un'ipotesi di reato di abuso di ufficio, che sarebbe allo stato privilegiata rispetto al più grave reato di peculato. Una conferma indiretta della piega che prenderà l'inchiesta si potrà avere dall'eventuale trasferimento del fascicolo dalla procura di Roma al tribunale dei ministri, che - proprio in quanto organo "ad hoc" - non tratta procedimenti a carico di ignoti.

Il codice di procedura penale stabilisce, infatti, che se un'indagine coinvolge un esponente del governo, la procura ha l'obbligo di trasmettere il relativo fascicolo entro 15 giorni al tribunale dei ministri, al quale compete il seguito della trattazione della vicenda giudiziaria.

L'inchiesta, in definitiva, potrebbe seguire lo stesso percorso di quella, per fatti analoghi, che ha riguardato in passato gli ex ministri Francesco Rutelli e Clemente Mastella.

4 giugno 2009

 

 

 

2009-06-01

Voli di Stato, Palazzo Chigi giustifica la presenza di ospiti: "È senza costi aggiuntivi"

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1 giugno 2009

Mariano Apicella sull'aereo di Stato con il premier (da l'Unità)

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Sull'Unità le foto del cantante Apicella sull'aereo di Stato

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Una nota di Palazzo Chigi interviene sulla questione dei "voli di Stato" che avrebbero portato in Sardegna alcuni ospiti del premier Silvio Berlusconi: è legittimo ospitare persone sui voli di Stato, anche perché "non comporta aggravio di spesa" per le casse dello Stato. "Sulla base di quanto espressamente previsto - si afferma - è chiaro che il Presidente del Consiglio ha agito in piena legittimità, anche con riferimento alla facoltà che a persone estranee alla delegazione possa essere offerta la possibilità di un passaggio sull'aereo di Stato assegnato al suo servizio. Ovvio, tra l'altro, che l'imbarco aggiuntivo di uno o più passeggeri su un volo già programmato non comporta alcun aggravio di spesa".

"E' noto e riconosciuto che, soprattutto per ragioni di sicurezza - si legge nella nota - l'impiego dell'aereo di Stato è di fatto imposto al Presidente del Consiglio al quale viene, di norma, precluso l'uso di mezzi diversi". Poi la nota ricorda la direttiva emanata durante il governo Berlusconi, che ha sostituito quelle emesse durante il governo Prodi: "La disciplina dell'impiego degli aerei di Stato è stabilita dalla Direttiva 25 luglio 2008, regolarmente registrata alla Corte dei Conti, che ne detta le regole per tutte le Autorità ammesse ad usufruirne. La presenza di ospiti a bordo dell'aereo di Stato è prevista e regolata dal comma 2 dell'art. 5 della stessa Direttiva, che ha sostituito le precedenti del 21 settembre e del 30 novembre 2007, proprio per chiarire alcuni dubbi interpretativi e per eliminare alcune palesi incongruità con l'obiettivo di superare ogni difficoltà applicativa da parte degli uffici competenti".

A tale proposito, "la Direttiva prevede espressamente la possibilità di imbarcare persone estranee alla delegazione, "purchè accreditate al seguito della stessa, su indicazione dell'Autorità, anche in relazione alla natura del viaggio e al rango rivestito dalle personalità trasportate"".

Sulla natura del viaggio in questione (il volo di Stato a Olbia) e sul rango degli ospiti (il cantante Mariano Apicella) la nota non si sofferma. Certo è, però, che la direttiva citata prevede "la necessità di assicurare, mediante il trasporto aereo, il supporto necessario all'espletamento delle più elevate funzioni di Stato, di Governo, la salvaguardia della vita umana ed il soccorso dei cittadini, la tutela della sicurezza e la cura di rilevanti interessi pubblici in campo nazionale ed internazionale e di dovere, a tal fine, procedere all'adeguamento delle finalità e dei criteri di effettuazione del trasporto aereo di Stato onde conseguire il più alto livello di efficienza nell'impiego delle strutture e degli aeromobili ad esso dedicati".

A parte le figure istituzionali previste dalla direttiva, in via eccezionale possono essere ammessi anche "i Ministri e le delegazioni ufficiali degli organi costituzionali" ma solo "ove ricorrano entrambe le condizioni di seguito indicate: a) sussistono comprovate ed inderogabili esigenze di trasferimento connesse all'efficace esercizio delle funzioni istituzionali; b) non sono disponibili voli di linea né altre modalità di trasporto compatibili con l'efficace svolgimento di dette funzioni".

Tornando alla nota di Palazzo Chigi che cita la Direttiva, la nota stessa sostiene che proprio "sulla base di quanto espressamente previsto, il Presidente del Consiglio ha agito in piena legittimità, anche con riferimento alla facoltà che a persone estranee alla delegazione possa essere offerta la possibilità di un passaggio sull'aereo di Stato assegnato al suo servizio. Ovvio, tra l'altro, che l'imbarco aggiuntivo di uno o più passeggeri su un volo già programmato non comporta alcun aggravio di spesa. Su questo punto - afferma ancora la nota - pur in vigenza della precedente Direttiva, per casi del tutto simili, si è già espressa la Corte dei Conti che ha disposto l'archiviazione di tutte le relative istruttorie non essendo emersi, dagli accertamenti svolti, gli elementi costitutivi della responsabilità patrimoniale e amministrativa. Altrettanto ha fatto il Magistrato inquirente che aveva in istruttoria precedenti casi analoghi, in relazione a ventilate ipotesi di reato".

Prosegue la nota: "L'imbarco di persone estranee alla delegazione non comporta quindi alcun aggravio degli oneri comunque a carico dell'erario per gli spostamenti previsti e autorizzati del Presidente del Consiglio e delle altre Autorità previste nella Direttiva. L'uso quindi degli aerei per le esigenze di Stato e di Governo, secondo le linee dettate dall'attuale disciplina, razionalizza l'impiego delle risorse per soddisfare, sempre nell'ambito degli stanziamenti accordati, il maggior numero possibile di esigenze, mediante il recupero di efficienza e la razionalizzazione dell'impiego, senza oneri aggiuntivi a carico dello Stato".

Serviranno queste documentate giustificazioni a placare le polemiche?

1 giugno 2009

 

 

 

 

 

 

Sull'Unità le foto del cantante Apicella sull'aereo di Stato

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1 giugno 2009

Mariano Apicella sull'aereo di Stato con il premier (da l'Unità)

Foto sequestrate e gossip. Berlusconi: "Ora si è toccato il fondo"

PILLOLA POLITICA / Il Cavaliere all'attacco e il rischio di scontro istituzionale

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"E' qui la festa?" è il titolo dell'Unità che riporta a tutta prima pagina la foto del cantante Mariano Apicella mentre scende dall'aereo di Stato all'aeroporto di Olbia. "Sull'aereo di Stato la combriccola del premier. Oltre al cantante Apicella c'era qualcun altro? Tecnicamente si chiama "peculato"", scrive il quotidiano diretto da Concita de Gregorio.

Sull'affaire delle foto che ritraggono gli ospiti del premier Berlusconi a Villa Certosa l'opposizione attacca e non molla la presa. "Questo vizio di utilizzare gli aerei di Stato per andare a vedere le partite, la Formula uno o per andare a fare baldoria in riva al mare deve finire perché si chiama peculato. È proprio da questi comportamenti che si vede chi è nelle istituzioni per farsi gli interessi propri e chi è nelle istituzioni per fare gli interessi della collettivitá" dice il leader di Italia dei valori, Antonio Di Peitro. "Quali sono le leggi che regolano l'utilizzo dei voli di stato? Esistono norme che ne dispongono l'utilizzo per spostamenti privati?" hanno chiesto i senatori del Pd Francesco Sanna e Paolo Nerozzi annunciando la presentazione di un'interrogazione al Presidente del Consiglio "sull'utilizzo - testimoniato da alcune delle foto sequestrate dalla procura di Roma - di un volo della Presidenza del Consiglio da parte del cantante Apicella per raggiungere villa Certosa".

Il centrodestra reagisce con il ministro Altero Matteoli che accusa l'opposizione di "portare l'attenzione su cose che non c'entrano niente con la politica".

1 giugno 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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